Algeria: entro sei mesi stop agli autobus con più di 30 anni
- 21 ago
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Maddalena Celano (Assadakah News) - Il governo annuncia misure drastiche dopo la strage di El Harrach. Tra sicurezza, restrizioni commerciali e sfide industriali.
In Algeria si apre un nuovo capitolo nella gestione del trasporto pubblico. Il ministero dei Trasporti ha reso noto che, entro sei mesi, saranno definitivamente ritirati dalla circolazione tutti gli autobus con oltre trent’anni di servizio. La decisione arriva su indicazione diretta del presidente Abdelmadjid Tebboune, dopo il gravissimo incidente avvenuto il 15 agosto scorso ad Algeri: un autobus, in pessime condizioni, è precipitato nel fiume El Harrach causando 18 morti e 24 feriti. La presidenza ha proclamato una giornata di lutto nazionale, segno della portata politica ed emotiva della tragedia.
Un settore sotto accusa
Da anni il parco mezzi del trasporto algerino è considerato tra i più vetusti del Nord Africa. Molti autobus circolano ben oltre i limiti di sicurezza, con manutenzione insufficiente e scarsità cronica di pezzi di ricambio. Il provvedimento del governo risponde dunque a un’urgenza reale: migliorare le condizioni di sicurezza e garantire standard minimi di affidabilità del servizio.
Il ministero ha assicurato “tutte le facilitazioni necessarie” per la sostituzione dei mezzi, ma senza fornire dettagli concreti. Rimane infatti aperta una questione cruciale: sarà consentita l’importazione di autobus nuovi o usati dall’estero, o ci si affiderà unicamente alla produzione locale?
Restrizioni alle importazioni e industria nazionale
Negli ultimi anni, il settore automobilistico algerino è stato segnato da forti restrizioni all’importazione di veicoli e componenti, parte della politica governativa volta a rafforzare la produzione interna. Tuttavia, queste misure hanno spesso avuto l’effetto opposto: una carenza strutturale di pezzi di ricambio e un aumento del mercato nero.
Le imprese locali, pur in crescita, non sembrano ancora in grado di rispondere a una domanda così massiccia di rinnovamento del parco mezzi in tempi rapidi. Il rischio, dunque, è che lo stop agli autobus obsoleti crei un vuoto difficile da colmare, con un impatto diretto sulla mobilità quotidiana dei cittadini.
Critiche e pressioni sociali
L’incidente di El Harrach ha alimentato le critiche all’inefficacia delle politiche pubbliche nel settore dei trasporti. Molti analisti sottolineano come la decisione, seppur necessaria, arrivi solo dopo una tragedia che poteva essere evitata. Le associazioni dei consumatori e diversi sindacati chiedono un piano straordinario che includa: incentivi all’acquisto di nuovi mezzi, liberalizzazione temporanea delle importazioni, potenziamento della produzione locale e un controllo più rigoroso sulla manutenzione dei veicoli.
Implicazioni politiche
Sul piano politico, il provvedimento rappresenta per Tebboune un banco di prova. Da un lato, dimostra reattività di fronte a un’emergenza che ha commosso il Paese; dall’altro, rischia di acuire il malcontento se non accompagnato da misure pratiche ed efficaci. Il trasporto pubblico, già carente, è vitale per milioni di cittadini e una sua ulteriore crisi potrebbe tradursi in nuove tensioni sociali.
Il ritiro degli autobus con oltre trent’anni di servizio appare come una misura inevitabile per tutelare la sicurezza dei passeggeri e modernizzare il sistema. Tuttavia, senza un piano industriale e commerciale chiaro, la decisione rischia di restare un annuncio politico, incapace di risolvere le contraddizioni strutturali del settore. L’Algeria si trova così di fronte a una scelta strategica: aprire al mercato internazionale per garantire rapidamente veicoli sicuri, o puntare esclusivamente sull’industria nazionale, con tempi e costi più lunghi.
Una sfida che, oltre alla mobilità urbana, tocca direttamente il rapporto tra governo e società, tra promesse di modernizzazione e necessità concrete della popolazione.








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