Appello del Principe Al-Faisal ai Paesi del Mediterraneo
- 19 set
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Assadakah News - "Sebbene il periodo unipolare sia finito da tempo, sembra che l'attuale amministrazione statunitense stia tentando disperatamente di imporre la propria volontà a livello internazionale, ignorando il fatto che il multipolarismo è l'ordine da stabilire. Con tali tentativi, gli Stati Uniti stanno invitando altre grandi potenze a riequilibrare e ad approfondire la polarizzazione internazionale, creando così più conflitti e più crisi che potrebbero degenerare in più guerre". Così il principe saudita Turki Al-Faisal, presidente del King Faisal Center for Research and Islamic Studies, alla prima edizione del convegno "Palermo, Crocevia del Mediterraneo". L'immagine che ha catturato l'attenzione del mondo ultimamente, aggiunge, "è quella dei presidenti di Cina, Russia e il Primo ministro dell'India, che si tengono per mano durante l'ultimo vertice dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. E' un chiaro messaggio che l'unipolarismo non è più un'opzione.

Molte sagge voci e pensatori americani sono consapevoli di questi fatti, dettati dalla storia e dalla consapevolezza della natura di tutti i cambiamenti strutturali nel nostro mondo. L'ultima voce americana è quella di un rispettato ex diplomatico americano, l'Ambasciatore Chas Freeman, che avverte che mentre il nostro vecchio mondo sta morendo, nuove lotte stanno per nascere". Per Al-Faisal molti Paesi del Mediterraneo, europei del nord e arabi del sud e dell'est "hanno beneficiato, in larga misura, di questo ordine mondiale in rovina e spero che non saranno perdenti nell'ordine che sta per nascere. Pertanto, la cooperazione tra tutti gli Stati del Mediterraneo è di assoluta necessità per gestire i pericoli di un periodo così pericoloso di grande transizione. Sebbene le relazioni tra i Paesi del Medio Oriente e dell'Europa siano in buone condizioni su base bilaterale, credo che debbano andare oltre per affrontare le minacce dei mutevoli contesti geopolitici, a livello regionale e
internazionale, nella loro cooperazione; data la loro importanza reciproca. Possono essere forze di influenza nell'affrontare, ad esempio, la necessità di stabilizzare il Medio Oriente, trovare una soluzione alla questione palestinese, frenare i mostri di Tel Aviv e in altri luoghi, ed essere la voce della saggezza in questo difficile periodo di transizione. Devono dare il loro contributo nel dare forma a qualsiasi ordine di multipolarità che nascerà che dovrà evitare le carenze di un ordine morente". Il progresso della pace e della prosperità globali, si dice certo, "deve iniziare lavorando per tali riforme alla guida del mondo. Il ruolo dell'Europa è essenziale in questo senso".
"La questione palestinese è e rimarrà la principale fonte di minaccia alla pace e alla sicurezza regionali. Pertanto, la pace e la sicurezza nel Mediterraneo non sono immuni. Il fallimento internazionale in questo senso è alla base del ciclo di guerre che scoppiano ogni pochi anni. L'ultima di questo ciclo di violenza è la guerra in corso a Gaza e i suoi effetti distruttivi di lunga durata, e ne è un caso attuale. L'inazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel fermare le uccisioni e i massacri di massa a Gaza, e prima ancora in Siria, attraverso l'uso irresponsabile del potere di veto, è la causa di queste tragedie". E' l'accusa del principe saudita Turki Al-Faisal. "L'abuso del potere di veto è una prassi ricorrente, da parte di tutti i poteri di veto, quando si tratta - incalza - di questioni di pace e sicurezza in Medio Oriente.

Senza una soluzione giusta che tenga conto della legittima richiesta di autodeterminazione dei palestinesi, quest'area non conoscerà mai stabilità e rimarrà esposta a tutte le possibilità negative. Non avremo mai un nuovo ordine internazionale equo e pacifico senza affrontare le principali questioni di pace e prosperità nelle regioni più strategiche del mondo". I Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo, si dice convinto il principe e diplomatico saudita, sono oggi nella posizione di svolgere "un ruolo costruttivo nel guidare la regione verso la pace e la sicurezza con Paesi che condividono gli stessi ideali nel mondo e di essere una voce di saggezza nel nostro mondo travagliato.
La sfida israeliana alla pace e alla sicurezza rimane un pericolo incombente per il futuro della nostra regione e del Mediterraneo in generale. Noi in Arabia Saudita stiamo lavorando con la Francia per preparare il terreno per procedere verso la soluzione dei due Stati, riconoscendo lo Stato palestinese come un passo verso il traguardo desiderato. L'Italia - conclude - dovrebbe essere al nostro fianco in questa nobile impresa per porre fine alla tragedia della Palestina e portare la pace a tutti i popoli del Medio Oriente. La condanna della signora Meloni per la guerra e l'occupazione russa dell'Ucraina orientale dovrebbe essere accompagnata dalla sua condanna per la guerra israeliana e la sua occupazione, ben più prolungata, di Gaza e della Cisgiordania".
Un grave "momento di incertezza che incombe sul nostro orizzonte globale. Oggi stiamo assistendo al declino di un vecchio ordine mondiale, e un nuovo ordine mondiale sta per nascere. Antonio Gramsci parlava di 'un tempo dei mostri'. Temo che stiamo entrando nell'era dei mostri e di ulteriori conflitti in cui non c'è rispetto per leggi, norme, regole, principi e istituzioni internazionali. La guerra genocida a Gaza, l'illegale guerra russa contro l'Ucraina e le recenti guerre israeliane contro Libano, Siria, Yemen, Iran, e l'ingiustificato e deplorevole attacco al Qatar sono segni
tangibili del nostro ordine mondiale in declino". Inoltre, ha sostenuto, i dazi del presidente Trump, la sua gestione personale unilaterale e l'approccio teatrale alla politica mondiale sono esempi concreti che dimostrano la triste fine dell'ordine internazionale liberale occidentale, esistito negli ultimi ottantaquattro anni. Pertanto, non è solo il Mediterraneo a trovarsi a un bivio, ma tutte le regioni e il mondo intero. In questa situazione, il presunto guardiano del vecchio Ordine Internazionale sta venendo meno ai suoi impegni per preservare la pace e la sicurezza mondiale. Anzi, sono proprio le sue politiche a causare tale caos. Non solo stanno venendo meno ai loro doveri, ma sono anche sul punto di danneggiare il futuro del nostro ordine globale non ancora nato".







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