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Iran - Difendere la verità

  • 9 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

Difendere la verità, contrastare l’Iranofobia: un commento alla dichiarazione dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia

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Maddalena Celano (Assadakah News) - Nel cuore della civiltà europea, l’Italia si è sempre vantata di ospitare e rispettare la diplomazia internazionale. In questo contesto, la recente dichiarazione ufficiale dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran, pubblicata in risposta a un articolo apparso su Linkiesta il 7 luglio 2025, rappresenta non solo un atto dovuto, ma anche una necessaria presa di posizione contro il dilagare di una narrazione tossica e pregiudiziale, che da decenni alimenta un clima di sospetto e ostilità verso Teheran.

L’articolo in questione, firmato da Massimiliano Coccia, si inserisce in una lunga serie di pubblicazioni tese a criminalizzare, senza prove concrete e con modalità tipiche della propaganda, qualsiasi iniziativa iraniana all’estero, compresa la diplomazia culturale e il dialogo interculturale, svolti nel pieno rispetto della legalità.

L’Ambasciata iraniana, nel testo ufficiale che inizia significativamente con l’invocazione "Nel nome di Dio", ribadisce fermamente il suo operato nel solco del diritto internazionale, richiamandosi alle convenzioni diplomatiche e al rispetto della sovranità dello Stato ospitante. Una posizione irreprensibile, che dovrebbe essere accolta con serietà e rispetto da parte di un’opinione pubblica responsabile.


🛑 Il problema della disinformazione e dell’“iranofobia” mediatica


La dichiarazione denuncia con chiarezza il ricorso a "citazioni anonime, fonti non verificate e affermazioni prive di fondamento documentale" da parte dell’articolo di Linkiesta, che si configura come una costruzione narrativa più vicina al sensazionalismo politico che al giornalismo d’inchiesta. Si tratta di una tecnica già vista altrove, non nuova nei circuiti mediatici occidentali, tesa a delegittimare uno Stato sovrano e demonizzare una cultura millenaria.

Il termine "iranofobia", utilizzato con precisione nella nota diplomatica, riassume un’intera campagna di mistificazione alimentata da interessi geopolitici ben precisi. Non si tratta solo di un problema terminologico o di comunicazione: siamo di fronte a una vera e propria forma di razzismo culturale travestito da vigilanza democratica.

Come giustamente evidenzia l’Ambasciata, questa forma di narrazione distorta non solo è antitetica ai principi di etica giornalistica – che richiederebbero imparzialità e verifica delle fonti – ma rischia anche di compromettere le relazioni diplomatiche e la fiducia tra popoli.


📣 La diplomazia culturale iraniana in Italia: un ponte, non una minaccia


È bene ricordare che l’Iran, nonostante le sanzioni unilaterali e le campagne denigratorie, continua a mantenere una presenza diplomatica e culturale attiva e rispettosa. In Italia, tale presenza si manifesta attraverso iniziative che promuovono l’arte persiana, il dialogo interreligioso, il cinema, la filosofia islamica e lo scambio accademico. Questa diplomazia culturale non ha nulla di "sospetto", se non agli occhi di chi ha scelto deliberatamente di non vedere.


Nel clima internazionale odierno, in cui il diritto viene troppo spesso subordinato agli interessi politici e il giornalismo alla propaganda, è doveroso prendere posizione a favore della verità, della legalità e della dignità delle rappresentanze diplomatiche. La dichiarazione dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran è un appello alla serietà, all’onestà intellettuale e al rispetto reciproco tra Stati.

L’Italia, che ha una lunga e gloriosa tradizione diplomatica, dovrebbe cogliere questo appello non come una sfida, ma come un’occasione per riaffermare il proprio impegno verso un mondo multipolare, dialogico e rispettoso della sovranità di ogni popolo. E i media italiani – se vogliono continuare a definirsi "liberi" – dovrebbero fare altrettanto.


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Nel nome di Dio


Dichiarazione ufficiale in risposta all’ articolo pubblicato sul sito web Linkiesta sulle presunte

attività illegali attribuite alla Repubblica Islamica dell’Iran in Italia

L’ articolo pubblicata dal sito web “Linkiesta”, a firma di Massimiliano Coccia in data 7 luglio

2025, solleva affermazioni infondate, faziose e completamente false riguardo alle attività

diplomatiche e culturali della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia. A questo proposito,

l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran attirare l’ attenzione dell’ opinione pubblica sui seguenti punti:

1. Le rappresentanze diplomatiche della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia hanno sempre

operato nel quadro delle convenzioni sul diritto diplomatico e nel pieno rispetto delle leggi

interne del Paese ospitante.

2. Una parte significativa del reportage presenta forti somiglianze con schemi propagandistici

di alcuni media politicamente orientati, che invece di informare in modo imparziale,

ricorrono a etichette, allarmismi e alla promozione della fallita e logora politica

dell’Iranofobia.

3. Il reportage pubblicato si basa per lo più su citazioni anonime, fonti non verificate e

affermazioni prive di qualsiasi fondamento documentale, che non hanno alcun valore

giuridico o mediatico attendibile, né meritano risposta.

In questo contesto, l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran respinge con fermezza le

accuse contenute nel reportage e sottolinea che tutte le sue attività diplomatiche e culturali si

svolgono nel rispetto delle norme internazionali, in modo trasparente, nel rispetto della sovranità del

Paese ospitante e con l’approvazione del governo italiano.

Questa Rappresentanza si attende che i media rispettino i principi di imparzialità, verifica dei fatti e

responsabilità professionale, e si astengano dal diventare strumenti per la diffusione di narrazioni

non documentate e con obiettivi politici.


Diplomazia Pubblica e dei Media

Ambasciata della Repubblica islamica dell’ Iran

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📌 Fonti e riferimenti

  • Dichiarazione ufficiale dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran, 7 luglio 2025

  • Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, 1961

  • Studi sull’Iranofobia, Georgetown University Press, 2020

  • Seyyed Hossein Nasr, Islamic Science and the Contemporary World, 2010

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