Iran e USA- segnali di distensione tra ostacoli diplomatici
- Maddalena Celano
- 17 ore fa
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Maddalena Celano (Assadakah News) - USA e Iran verso un nuovo round di colloqui sul nucleare: segnali di distensione tra ostacoli diplomatici
Roma, 6 maggio 2025 – Dopo settimane di speculazioni e tensioni crescenti nel Golfo Persico, emerge la notizia che gli Stati Uniti stanno tentando di organizzare un quarto round di colloqui sul nucleare con l’Iran già per questo fine settimana. A rivelarlo è Axios, che cita l’inviato speciale del presidente Trump, Steve Witkoff, figura chiave nel delicato scacchiere diplomatico che riguarda i rapporti tra Washington e Teheran.
Secondo fonti raccolte dal noto media statunitense, i preparativi sarebbero in fase avanzata, e l’obiettivo dichiarato resta quello di riaprire un canale costruttivo tra le due potenze, sulla base di un rinnovato impegno alla de-escalation nella regione mediorientale. Tuttavia, Axios segnala anche un ostacolo di tipo logistico-politico: il possibile slittamento dell’incontro potrebbe essere causato dal viaggio del presidente Trump in Medio Oriente, in una tournée che include Israele e Arabia Saudita, due attori tradizionalmente ostili a un riavvicinamento tra Washington e Teheran.

Uno sguardo ai precedenti colloqui: tra diffidenza e piccoli progressi
Il possibile quarto round rappresenterebbe un momento cruciale dopo tre tornate negoziali che, pur non avendo prodotto accordi definitivi, hanno gettato le basi per una diplomazia più matura e meno aggressiva.
Primo round (Ginevra, ottobre 2023): si è trattato di un incontro esplorativo, organizzato con la mediazione dell’Unione Europea. L’Iran ha ribadito la propria volontà di riprendere il dialogo sul programma nucleare civile, mentre gli Stati Uniti hanno posto l'accento sulla necessità di ispezioni trasparenti da parte dell’AIEA. Il tono è stato definito “cordiale ma cauto”.
Secondo round (Muscat, marzo 2024): ospitato dall’Oman, tradizionale mediatore tra Iran e Occidente. In questa fase si è discusso di un possibile allentamento parziale delle sanzioni in cambio di un congelamento temporaneo dell’arricchimento dell’uranio oltre il 60%. L’Iran ha chiesto garanzie scritte per evitare una nuova uscita unilaterale degli USA da eventuali accordi, come accaduto con il JCPOA nel 2018.
Terzo round (Istanbul, dicembre 2024): il clima è stato più disteso. Per la prima volta, si è parlato apertamente di creare una “zona di cooperazione nucleare civile” che includa altri attori regionali. Tuttavia, le trattative si sono arenate su un punto sensibile: il mantenimento delle sanzioni secondarie che colpiscono indirettamente gli alleati commerciali dell’Iran, tra cui la Cina.
Nonostante la storica diffidenza tra Stati Uniti e Repubblica Islamica, va sottolineato che da Teheran non sono giunti segnali di chiusura. Al contrario, fonti vicine al Ministero degli Esteri iraniano avrebbero confermato l’apertura a un confronto diretto, purché avvenga su basi di mutuo rispetto e nel pieno riconoscimento della sovranità iraniana in materia di sviluppo energetico.

Un’opportunità geopolitica, seppur fragile
Dalla caduta del JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action) nel 2018, l’Iran ha più volte denunciato le politiche unilaterali statunitensi come la causa principale della destabilizzazione in Medio Oriente, ribadendo la legittimità del proprio programma nucleare civile. In questo contesto, le recenti aperture da parte dell’amministrazione Trump — pur se tardive — potrebbero rappresentare un primo passo verso la normalizzazione dei rapporti, se supportate da azioni concrete e dalla fine delle sanzioni arbitrarie che gravano sulla popolazione iraniana.
È difficile non leggere tra le righe un certo pragmatismo da parte di Teheran: sebbene lo scontro ideologico rimanga acceso, la leadership iraniana ha sempre lasciato intendere che un dialogo è possibile, a patto che non sia viziato da minacce, diktat o politiche di isolamento.
In conclusione, l’eventuale quarto round di colloqui rappresenta non solo un banco di prova per la diplomazia americana, ma anche una rara occasione di distensione in un contesto internazionale segnato da conflitti aperti e continue provocazioni. Il mondo osserva con attenzione: la pace passa anche da qui.

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