Iraq - Akkad, alla ricerca dell’impero perduto
- 20 set
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Roberto Roggero* - E’ ben noto che in Mesopotamia nacque la civiltà, ma non molti conoscono il nome di Akkad, la capitale perduta del primo grande impero della storia, dal momento che ancora oggi non si conosce l’esatto luogo in cui sorgeva, oltre 4.300 anni fa, periodo in cui le terre fra i due fiumi, Tigri ed Eufrate, formavano un unico dominio.

La città, nota anche come Agade o Akkade, è un tesoro che impegna da sempre gli archeologi, sulla base di testimonianze storiche fra cui una antica iscrizione, secondo la quale già all’epoca era a tal punto importante da essere obiettivo di saccheggi, ancora prima che il re Sargon il Grande, fondatore dell’impero accadico 24 secoli prima di Cristo, la dichiarasse capitale. Esistono tuttavia diverse versioni, una delle quali racconta che, intorno al 2350 a.C. Akkad fu assediata e saccheggiata dal re En-Shaku di Uruk, il che smentisce la fondazione da parte di Sargon, il quale, preso il potere con la morte del re Kish, sconfisse Lugalzagesi, signore dello Shatt-al-Arab (Mesopotamia meridionale) e unifico l’intera regione.
Sargon decise che la capitale del proprio regno non fosse una città la cui importanza era già nota, ma volle eleggere a centro del proprio potere la città di Akkad, che fosse simbolo del nuovo potere e punto di riferimento per le numerose città-stato dei Sumeri, da quello che allora era noto come Golfo Persico o Mare Inferiore, fino al Mediterraneo, affidando ai propri successori la conquista di nuove terre e città come Shirihun, Agade e Ashan. In breve, Akkad divenne il centro amministrativo, spirituale e politico del primo impero della storia, e grande porto commerciale pur trovandosi nell’interno della regione. Qui si praticava il culto della dea Ishtar Ulmashitum, nella sua versione di divinità guerriera, e del dio Ilaba suo sposo.
L’importanza di Akkade continuò a crescere, tanto che il re Naram Sin, nipote di Sargon il Grande, venne dichiarato dio vivente, come raccontano le iscrizioni di Bassetki, dopo avere soffocato diverse rivolte nel nord dell’Iraq, fino ad avere un tempio dedicato.

Dopo la morte del re Sharkali Sharri, figlio di Naram Sin (circa 2200 a.C.) l’impero cominciò a crollare e fu invaso dal caos e da diversi conflitti intestini, fino all’invasione dei Guti, provenienti dai Monti Zagros, che decretarono il crollo del regno, tuttavia la città di Akkad sopravvisse per oltre mille anni.
Nel 1800 a.C. circa, i sovrani di Eshnunna fecero di Akkad un importante centro di culto, come testimoniano antichi reperti ritrovati a Mari, secondo cui il re Shamshi Adad era solito recarsi a Rapiqum e Akkad per svolgere importanti funzioni religiose
Anche la Bibbia menziona Akkad (Genesi 10,10) comprendendola nella lista delle città più importanti del Regno di Nimrod, insieme a Babele, Calne, Uruc e Sennaar.
Akkad era ancora in auge durante il 7° secolo a.C., durante il regno di Esarhaddon (681-669 a.C.), con il dignitario Mar Issar nominato comandante della città, il quale inviava rapporti periodici al proprio sovrano, riferendo di eclissi di Luna, del recupero delle statue delle divinità sottratte dagli Elamiti, e delle difficoltà che i propri messaggeri incontravano durante i viaggi verso Ninive, capitale del regno assiro. Gli ultimi riferimenti ad Akkad risalgono al regno di Ciro il Grande che, dopo la conquista di Babilonia (539 a.C.) fece comprendere Akkad nell’elenco delle città principali dei propri domini.

Nessuna testimonianza storica a noi giunta, però, riporta il luogo preciso dove sorgeva Akkad, ed è questa l’indagine sulla quale si concentrano gli archeologi. Alcuni reperti parlano di un’area fra Eshnunna, Babilonia e Kish, non lontano dal corso dei due fiumi, Tigri ed Eufrate, più o meno in un raggio che si estenderebbe fino a una cinquantina di chilometri dall’odierna capitale, Baghdad. Altri testi la collocano neo pressi di Mosul.
Perché è così difficile ritrovare Akkad? La risposta pare sia nei molti cambiamenti che, nei millenni, ha subito il corso del Tigri, e nel fatto che molti centri urbani dell’epoca, che si trovavano lungo le sue rive, oggi sono altrettanto difficilmente localizzabili poiché sepolte dalle sabbie del deserto e lontane dall’attuale corso del fiume, e secondo alcuni ricercatori è anche possibile che la stessa Akkad sia stata abbandonata e ricostruita altrove.
Esistono tuttavia alcune teorie. E’ possibile che Akkad si trovi nei pressi di Ishan Mizyad, non lontano dall’antica Kish, dove sorge un misterioso tumulo nel quale sono state ritrovate alcune tavolette. Altre versioni affermano che possa trovarsi nella zona di Tell Muhammad, alla periferia sud-orientale di Baghdad, vicino alla confluenza dei fiumi Tigri e Diyala. Altre ancora dicono che potrebbe trovarsi vicino a Samarra, in base ad alcuni frammenti di una statua in pietra nera (probabilmente del re Rimush, figlio di Sargon), nel sito archeologico di El Sanam.
L'area più probabile, vicino alla confluenza del Tigri e del Diyala, oggi è in gran parte coperta dall'espansione urbana di Baghdad, che rende impossibile le indagini approfondite.
Di certo rimangono però prove certe che Akkad fosse una città di grande importanza per molti aspetti, all’origine del nome stesso di un impero e di un’epoca strica d fondamentale importanza, nonché all’origine della creazione della lingua in caratteri cuneiformi poi adottati dai Sumeri e diffusa in tutto il Medio Oriente per oltre duemila anni, dall'Anatolia, alla Persia e fino all’Egitto.
Akkad fu il primo esperimento di governo die un impero multietnico con un governo centrale, che pose le fondamenta amministrative, politiche e ideologiche per tutti gli imperi mesopotamici successivi, dai Babilonesi agli Assiri e ai Persiani.
(*Direttore responsabile Assadakah News)







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