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Israele-Iran - Quale storia si riflette su una guerra in fiamme?

  • 21 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 22 giu

Wael Al Mawla - Un’analisi strategica su ciò che sta accadendo in Medio Oriente, con chiaro riferimento alla crisi aperta fra Tel Aviv e Teheran, ovvero: quando la storia si ripete… ma in forma più distruttiva.

Chi osserva l’attuale guerra tra Israele e Iran, con tutte le sue ramificazioni nucleari, geopolitiche e ideologiche, non può ignorare l’eco della storia che bussa alle porte del presente. Non si tratta solo di uno scontro militare tra due rivali regionali, ma di una guerra che porta in sé il codice di un ordine mondiale in crisi, con assi che si scontrano su una geografia infuocata e grandi potenze che accumulano carte per scrivere ciò che verrà dopo. Ma quale momento storico può essere sovrapposto a questo conflitto? E quale grande evento del passato ricorda, nella sua profondità, questo incendio?

La Prima Guerra Mondiale: lo spettro di Sarajevo a Teheran

La Prima Guerra Mondiale non nacque solo dall’attentato di Sarajevo, così come questa guerra non è nata unicamente dal programma nucleare iraniano. Quel conflitto scoppiò perché il mondo era in ebollizione, e questo conflitto esplode perché il Medio Oriente non sopporta più tensioni congelate.

Somiglianze sconvolgenti

1-Una piccola scintilla, un grande incendio, come fu l’assassinio dell’arciduca d’Austria scatenò l’incendio in Europa.

Gli assassinii degli scienziati nucleari a Teheran e gli attacchi misteriosi a strutture militari hanno fatto esplodere un conflitto regionale ora aperto al mondo.

2-Un sistema di alleanze intrecciate: alleati e potenze centrali, proprio come oggi abbiamo l’asse della resistenza (Iran, Hezbollah, Yemen, Iraq…) contrapposto all’asse Washington-Tel Aviv-Londra e a certi paesi arabi.

Un singolo passo falso potrebbe aprire fronti dallo Yemen al Libano, da Karbala al Bahrein.

3-Caduta di imperi e ridisegno delle mappe. Dopo il 1918, gli imperi crollarono e nacquero nuove mappe. Oggi, regimi ed élite vacillano, e potrebbero delinearsi nuove mappe per l’Iran, per il mondo arabo, per la Turchia o persino per Israele stessa.

4-I piccoli attori travolti dai grandi. Durante la guerra mondiale, paesi come la Serbia o il Belgio divennero teatri di scontro. Oggi, Siria, Iraq, Libano, Yemen e Afghanistan potrebbero diventare campi di battaglia dove si decide il destino del conflitto, ma non da dentro, bensì dalle capitali delle grandi potenze.

Suez 1956: spezzare la volontà prima delle armi

Un altro specchio storico è l’attacco tripartito contro l’Egitto. All’epoca, non si voleva solo controllare il Canale di Suez, ma piegare Nasser perché aveva osato sfidare gli equilibri mondiali. Oggi, Israele, insieme a Stati Uniti e Regno Unito, cerca di spezzare la “versione sciita del nasserismo moderno”, rappresentata dall’Iran e dal suo progetto nazionalista resistente. In entrambi i casi, l’Occidente si è trovato davanti a una verità scomoda: la battaglia non è tecnica, è civile e culturale.

La lezione della storia: le grandi guerre non restano locali

La guerra israelo-iraniana non resterà confinata al Mar Rosso o al Golfo. Così come la Prima Guerra Mondiale non si fermò a Sarajevo.

Una scintilla può generare un uragano. E l’attuale allineamento globale – dalla Cina alla Russia, dall’Europa alla Turchia e al Pakistan – potrebbe trasformare questo conflitto in una svolta epocale sul piano politico, economico e ideologico.

Conclusione: siamo davanti a una nuova Sarajevo?

Se Sarajevo fu la strage che aprì le porte della Prima Guerra Mondiale, oggi potrebbe essere Esfahan, Fordow, Haifa o Dimona a rappresentare la brace che accende una guerra difficile da spegnere. Lo scontro tra Israele e Iran non rappresenta solo la fine di un’epoca, ma forse la nascita di un nuovo ordine mondiale che nasce dalle macerie dell’esplosione.

Come si diceva un tempo, “La guerra inizia quando i politici falliscono nel comprendere la storia”.

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