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L' Iran invoca l' unità islamica

  • 15 giu
  • Tempo di lettura: 2 min
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Maddalena Celano (Assadakah News) - Pezeshkian a Erdogan: “Israele mina la pace nella regione, serve unità islamica per contrastarlo”


Teheran, 15 giugno 2025 – In un colloquio telefonico avvenuto sabato sera tra il presidente iraniano Masoud Pezeshkian e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Teheran ha lanciato un nuovo appello all’unità del mondo islamico di fronte a quella che definisce “la natura criminale e destabilizzatrice” del regime israeliano. Il presidente iraniano ha sottolineato come gli ultimi attacchi sferrati da Israele contro il territorio iraniano non siano episodi isolati, ma parte di una strategia più ampia per sabotare il dialogo regionale e ostacolare ogni prospettiva di pace.

Secondo Pezeshkian, Israele ha dimostrato ancora una volta il proprio “disprezzo per i diritti umani e per il diritto internazionale”, accusandolo apertamente di essere responsabile dell’assassinio mirato di civili, funzionari e scienziati iraniani. “Questo regime non cerca altro che il caos e il sangue”, ha dichiarato il leader iraniano, riferendosi esplicitamente al recente attacco condotto nel mezzo dei colloqui sul nucleare tra Teheran e Washington.


Un’aggressione mirata a sabotare il dialogo nucleare


Il presidente iraniano ha interpretato l’escalation militare israeliana come un tentativo deliberato di ostacolare i negoziati in corso sul programma nucleare della Repubblica islamica. “L’aggressione arriva in un momento delicato”, ha osservato Pezeshkian, “quando l’Iran sta cercando, attraverso il dialogo, di ridurre le tensioni e rafforzare le relazioni con i Paesi vicini e islamici”.In questo contesto, ha ricordato l’assassinio del funzionario palestinese Ismaeil Haniyeh – descritto come “martire” – mentre si trovava in Iran come ospite ufficiale, come un chiaro segnale dell’intenzione israeliana di colpire la diplomazia attraverso il terrore.


La cooperazione islamica come baluardo contro l’instabilità


Pezeshkian ha ringraziato Erdogan per la “solidarietà e il sostegno al popolo e al governo iraniani”, sottolineando la necessità di un fronte comune islamico per contrastare l’ostilità israeliana. “I Paesi islamici devono rafforzare le proprie capacità difensive e promuovere uno sviluppo comune. Solo attraverso l’unità possiamo garantire la pace nella regione”, ha detto.

Dall’altra parte della linea, il presidente turco ha espresso profonda preoccupazione per la situazione e ha condannato con fermezza l’offensiva israeliana. Erdogan ha affermato che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “vuole incendiare la regione” e che uno degli obiettivi degli attacchi è quello di distogliere l’attenzione internazionale dai crimini commessi a Gaza.

Il presidente turco ha ribadito il sostegno della Turchia a una risoluzione pacifica del dossier nucleare iraniano, sottolineando che ogni provocazione rischia di innescare una spirale di violenza che potrebbe travolgere l’intero Medio Oriente.


Una convergenza strategica?


Il dialogo tra Ankara e Teheran non è solo un episodio di solidarietà diplomatica, ma potrebbe preludere a una convergenza strategica più ampia tra due potenze regionali che, pur tra differenze storiche e ideologiche, condividono ora un comune avversario: l’attivismo militare israeliano e il rischio di destabilizzazione della regione.

In un contesto in cui gli equilibri geopolitici sono sempre più fragili, l’asse iraniano-turco potrebbe cercare di rafforzare le organizzazioni di cooperazione islamica e rilanciare una visione multipolare del Medio Oriente, in contrasto con le alleanze filo-occidentali.

Resta tuttavia da vedere se alle parole seguiranno azioni concrete, soprattutto sul piano militare o economico. Ma una cosa è chiara: la retorica dell’unità islamica come risposta all’aggressione israeliana è tornata con forza al centro del discorso politico iraniano.


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