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Teheran rafforza la linea dell' autosufficienza


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Maddalena Celano (Assadakah News) - Araqchi accusa l'inerzia internazionale e condanna l'aggressione israeliana

Teheran, 15 giugno 2025 – In un momento di alta tensione in Medio Oriente, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi ha ribadito con forza la posizione strategica dell’Iran: difesa della sicurezza nazionale attraverso l’autosufficienza militare e il disincanto verso la comunità internazionale. Durante un incontro con ambasciatori, diplomatici e rappresentanti di organizzazioni internazionali tenutosi nella capitale, Araqchi ha sottolineato che "l’Iran ripone fiducia solo nelle proprie forze", rafforzando la linea della resilienza autonoma di fronte alle minacce esterne.

Le dichiarazioni arrivano all’indomani di una nuova ondata di attacchi israeliani nella notte del 13 giugno, che – secondo fonti iraniane – avrebbero colpito anche edifici residenziali a Teheran e nei sobborghi, in una delle escalation più gravi degli ultimi mesi. In risposta, la Repubblica islamica ha intrapreso una serie di mosse diplomatiche volte a denunciare l’aggressione e a richiamare l’attenzione internazionale, sebbene – come ha sottolineato Araqchi – i risultati ottenuti siano stati "deludenti".


Il blocco statunitense in Consiglio di Sicurezza e il ricorso all’AIEA


Araqchi ha riferito di aver personalmente scritto al segretario generale delle Nazioni Unite per sollecitare un’azione concreta, oltre ad aver richiesto una sessione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza. Tuttavia, l’iniziativa si è scontrata con l’opposizione degli Stati Uniti, che avrebbero impedito l’adozione di una risoluzione di condanna nei confronti di Israele. Questo episodio, per il capo della diplomazia iraniana, rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’"incapacità – o mancanza di volontà – della comunità internazionale nel fermare l’aggressione sionista".

Un ulteriore fronte diplomatico si è aperto presso l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), dove Teheran ha presentato una richiesta per una sessione straordinaria del Consiglio dei Governatori. "Un attacco agli impianti nucleari di un Paese sovrano – ha avvertito Araqchi – deve essere condannato con fermezza, altrimenti si aprirà un precedente pericoloso che incoraggia futuri atti di aggressione".


Solidarietà regionale e la retorica della giustizia


Mentre le cancellerie occidentali osservano con cautela, Araqchi ha evidenziato un fronte di solidarietà regionale: diversi Paesi mediorientali avrebbero espresso il loro sostegno alla posizione iraniana, condannando con decisione le operazioni militari israeliane. I frequenti contatti diplomatici con i vicini arabi e asiatici sono, per Teheran, il segnale che una parte del mondo si sta coalizzando contro quella che viene descritta come una condotta "sconsiderata e provocatoria" da parte del regime israeliano.

Il messaggio lanciato da Araqchi è doppio: da un lato la riaffermazione del ruolo dell’Iran come attore sovrano, capace di proteggersi senza delegare la propria sicurezza all’esterno; dall’altro, il richiamo a una moralità politica fondata su "giustizia e risoluzione pacifica dei conflitti", principi che – secondo il diplomatico – ispirano la politica estera della Repubblica islamica.


Khamenei: "Un destino amaro e doloroso per il regime sionista"


L’intervento di Araqchi è stato preceduto da una dichiarazione del leader supremo, ayatollah Seyyed Ali Khamenei, che ha commentato con parole durissime l’ultima azione israeliana: "Il regime sionista si è segnato un destino amaro e doloroso". Una frase che echeggia come minaccia e profezia, mentre il rischio di un conflitto più ampio nella regione resta tangibile.

Con una diplomazia frustrata e una linea militare sempre più assertiva, Teheran sembra prepararsi a una fase prolungata di confronto diretto con Israele, con il sostegno – più morale che concreto – di una parte del mondo arabo. L’isolamento internazionale, già evidente, non fa che consolidare quella postura ideologica e strategica che l’Iran coltiva da decenni: resistenza, autodeterminazione e sfida all’egemonia occidentale.


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