Olbia e il Mediterraneo: tra Storia, Tradizione e Bellezza
- 26 set
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Patrizia Boi (Assadakah News) - Olbia, 26 settembre 2025 – È iniziata ieri la seconda edizione del MedFest, il Festival del Mediterraneo dedicato alla tutela del mare e alla cooperazione tra i popoli che lo abitano. Per quattro giorni la città gallurese, principale approdo turistico del nord Sardegna, diventa cuore pulsante del dialogo internazionale. La presenza della Stampa Estera - per Assadakah News rappresentata dal giornalista libanese Talal Khrais - sottolinea la centralità di questo appuntamento, che mette insieme cultura, sostenibilità, imprese e turismo.

Il Molo Brin, ridisegnato per accogliere 50mila metri quadri di esposizioni, spettacoli e convegni, si trasforma in un’arena aperta sul mare. La città si tinge di blu per la grande “Notte del Mediterraneo”, simbolo di unità e speranza. Al centro, l’orazione ecumenica delle tre religioni abramitiche suggella il messaggio di pace universale.

Tra i protagonisti anche la Compagnia della Balena Blu – Moby, con le sue navi attrezzate per la navigazione a gas naturale liquefatto e alimentazione elettrica in porto, portatrici di una visione di turismo destagionalizzato e sostenibile. Un impegno che riflette lo spirito stesso del MedFest: navigare nel futuro rispettando il mare.
Paesaggi d’incanto: il mare, l’entroterra, la luce

Olbia è un mosaico di paesaggi che incantano. Dalla celebre Costa Smeralda, con Porto Rotondo elegante e cosmopolita, alle spiagge vicine e accessibili di Pittulongu – La Playa, Lo Squalo, Il Pellicano e Mare e Rocce – dove la sabbia chiara incontra le acque turchesi e lo sguardo si posa sull’imponente isola di Tavolara.
Il golfo è custode di un’Area Marina Protetta di eccezionale bellezza: Tavolara, Molara e Punta Coda Cavallo, regno di fondali limpidi e paesaggi che rapiscono. Dal promontorio di Capo Ceraso, il panorama è un abbraccio infinito tra mare e granito.
L’entroterra gallurese sorprende con le sue rocce scolpite dal vento e la profumata macchia mediterranea. San Pantaleo, borgo artistico e artigiano incastonato tra i monti, regala atmosfere uniche. E nel cuore urbano, il Parco Fausto Noce, con i suoi 18 ettari, offre il polmone verde della città.
Archeologia: il museo a cielo aperto di Olbia

Se il MedFest proietta Olbia nel futuro, la sua terra racconta millenni di storia. L’area olbiese è una vera costellazione di siti archeologici che testimoniano le radici profonde della Sardegna, un museo a cielo aperto che si estende dal mare all’entroterra.
L’Eredità Nuragica

Nuraghe Riu Mulinu (Cabu Abbas): arroccato su una collina che domina il golfo, fu baluardo strategico e luogo sacro, oggi custode di panorami mozzafiato.
Nuraghe Belveghile, immerso nella macchia mediterranea, regala al visitatore la suggestione delle sue torri possenti e del legame con la natura circostante.
Nuraghe Casteddu di Lo Scolato, poco lontano, conserva resti di un villaggio che rivela l’organizzazione sociale nuragica.
I Pozzi Sacri

Pozzo Sacro di Sa Testa, il più noto, con la sua scalinata che scende verso la sorgente come in un abbraccio tra pietra e acqua, testimonia il culto della vita e della rinascita.
Pozzo Sacro Milis, meno conosciuto ma altrettanto evocativo, svela come gli antichi sardi venerassero le acque sorgive, considerate doni divini.
Le Tombe dei Giganti

Su Monte ’e S’Abe, con la sua grande stele e l’esedra semicircolare, è una delle più imponenti dell’area, simbolo di un culto collettivo degli antenati.
Tomba dei Giganti di Cabu Abbas, situata vicino al nuraghe omonimo, unisce alla monumentalità funeraria la funzione di presidio territoriale.
Tomba dei Giganti di Li Lolghi, poco distante da Arzachena ma parte dello stesso contesto culturale, impressiona per le dimensioni e la potenza della sua architettura ciclopica.
Tomba dei Giganti di Coddu Vecchiu, con la sua facciata monumentale, rappresenta uno degli esempi più spettacolari di tutta la Sardegna settentrionale.
Le Domus de Janas
Le Domus de Janas di Monti di San Simplicio, situate vicino alla celebre basilica, testimoniano l’uso funerario già in epoca prenuragica. Queste tombe ipogeiche scavate nella roccia, decorate con incisioni a spirale e motivi geometrici, erano considerate porte verso l’aldilà. Altre importanti necropoli ipogeiche sono quelle di Santu Pedru e Osono, entrambe nel vicino territorio di Arzachena, che arricchiscono l’itinerario archeologico di chi desidera scoprire la spiritualità più antica dell’isola.
Fenici, Punici e Romani

Le mura puniche che emergono nel centro storico, l’acquedotto romano di Sa Rughittula, i relitti custoditi nel Museo Archeologico dell’Isola Peddone – con navi romane e forse vandaliche – testimoniano l’importanza marittima di Olbia nell’antichità.
Medioevo e Cristianità

Il Castello di Pedres, roccaforte giudicale, veglia sulla piana, mentre la Basilica di San Simplicio – romanico-pisana in granito – racconta un millennio di fede. Sotto le sue fondamenta, una vasta necropoli punico-romana stratifica le memorie di popoli diversi che abitarono la città.
Riti, tradizioni e spiritualità

Il cuore di Olbia batte forte nelle sue feste. La Festa di San Simplicio, patrono della Gallura, ogni maggio unisce processioni solenni, costumi tradizionali, musica e la celebre sagra delle cozze, prodotto principe del golfo.
La Chiesa di San Paolo Apostolo, con la sua cupola maiolicata dai colori vivaci, domina il centro storico e simboleggia la continuità della fede. Le feste campestri, le processioni e i riti popolari mantengono vivo lo spirito comunitario della Gallura.
Enogastronomia e artigianato

Le cozze di Olbia, celebrate anche durante il MedFest, sono il sapore autentico del mare. Ad accompagnarle, il Vermentino di Gallura DOCG, vino chiaro e aromatico, che nasce dalle vigne baciate dal sole e dalla brezza marina.
L’artigianato locale perpetua saperi antichi: la lavorazione del granito e del sughero, la tessitura tradizionale dei borghi interni, esprimono l’identità gallurese che resiste e si rinnova.
Olbia oggi: il Mediterraneo in un approdo

Con il MedFest 2025, Olbia dimostra di essere non solo un porto d’arrivo e un hub turistico, ma anche una capitale culturale del Mediterraneo. Una città che unisce le sue radici nuragiche e romane, i riti medievali, i paesaggi marini e montani, con l’innovazione della sostenibilità e della cooperazione internazionale.
Olbia è mare, è granito, è festa, è memoria. È il Mediterraneo stesso: un ponte di civiltà, un canto di differenze che si compongono in armonia.






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