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Oltre il Velo: Decostruire l' immagine del Medio Oriente in Occidente

  • 5 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

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Maddalena Celano (Assadakah News)


Un'Analisi Tra Orientalismo, Media e Auto-Definizione Culturale


Si desidera esprimere un sincero e doveroso ringraziamento al Dott. Seyed Majid Emami, Docente e Consigliere Culturale dell'Ambasciata dell'Iran in Italia, e all'Istituto Culturale della Repubblica Islamica dell'Iran a Roma, per aver gentilmente fornito il prezioso materiale analitico elaborato dal Dott. Emami, la cui presentazione costituisce la base concettuale fondamentale per la stesura di questo articolo.


1. Introduzione: L'Occidente come Specchio


L'immagine del Medio Oriente nell'immaginario occidentale è raramente un'autentica rappresentazione; è, piuttosto, una costruzione complessa e ideologicamente carica. Questa costruzione non è neutrale, ma è storicamente e strutturalmente legata alla formazione del concetto di Occidente stesso. Come suggerito dagli studi postcoloniali, l'Occidente si definisce spesso in opposizione a un "Altro" stereotipato e semplificato. Comprendere questa dinamica richiede un approccio interdisciplinare che incroci studi culturali, teoria dei media e pensiero postcoloniale.


2. Il Pilastro Teorico: La Geometria del Potere e del Discorso


Per analizzare questa "immagine," è imprescindibile adottare la lente critica di due figure seminali, i cui contributi sono essenziali per il dibattito, come evidenziato dal materiale fornito.


Edward Said e il Progetto dell'Orientalismo


Il lavoro di Edward Said ci insegna che l'Orientalismo non è solo un campo di studi accademici, ma un vero e proprio progetto discorsivo. È il sistema attraverso cui l'Occidente ha potuto amministrare e legittimare il suo dominio sull'Oriente, creando un "Oriente" statico, misterioso e irrazionale, necessario per confermare l'immagine occidentale di sé come moderno, dinamico e razionale. L'Oriente diventa, quindi, un'invenzione utile al potere.


Stuart Hall: Occidente e il "Resto"


Questa dinamica di alterità è rafforzata dall'analisi di Stuart Hall sul discorso e il potere. Hall ci invita a compiere un'"archeologia degli studi culturali e postcoloniali" per comprendere come la categoria "Occidente" sia stata imposta come norma egemonica. La sua analisi del rapporto tra "The West and the Rest" svela come la "differenza" sia stata politicizzata e gerarchizzata per mantenere squilibri di potere.


3. La Diffusione Globale: L'Imperialismo Mediatico


Se l'Orientalismo ha fornito la grammatica, i moderni strumenti di comunicazione di massa hanno fornito l'amplificazione. L'immagine stereotipata non rimane confinata alle élite, ma viene diffusa attraverso il corrente mediatico internazionale.

Qui, l'opera di Herbert I. Schiller, in particolare Mass Communication and American Empire, è illuminante. Schiller ha evidenziato come le strutture mediatiche globali siano intrinsecamente legate a interessi economici e politici dominanti. Ciò si traduce nel "controllo dell'immagine dell'Oriente da parte delle imprese mediatiche", dove notiziari, film e prodotti culturali tendono a filtrare o distorcere la realtà del Medio Oriente, privilegiando narrazioni che rafforzano il framework orientalista. L'immagine del Medio Oriente viene così plasmata, più che riflessa, attraverso un prisma egemonico.

4. La Contronarrazione: Le Voci dell'Auto-Definizione

Di fronte a questa costruzione esterna, il mondo islamico ha prodotto una ricca tradizione di critica e auto-definizione. Importanti intellettuali musulmani hanno sfidato attivamente l'egemonia discorsiva occidentale, cercando di tracciare percorsi culturali, religiosi e politici autonomi.


Figure come:


* Iqbal Lahori (Pakistan), con il suo fervore per la rivitalizzazione intellettuale dell'Islam;

* Ali Shariati (Iran), che ha criticato sia il tradizionale clericalismo che l'alienazione occidentale;

* Taha Abdolrahman (Tunisia), con le sue riflessioni sulla ragione, la modernità e la tradizione islamica;

* e Imam Khomeini (Iran), con la sua visione radicale di sovranità politica e religiosa come rifiuto dell'influenza straniera;

Questi pensatori offrono diverse ma convergenti "punti di vista" che rappresentano uno sforzo collettivo per reclamare la propria narrazione. Essi non si limitano a rigettare lo sguardo occidentale, ma propongono nuovi paradigmi culturali e di sviluppo basati sull'autenticità e sulla critica del post-colonialismo.


Verso una Comprensione Plurale


L'analisi dell'immagine del Medio Oriente in Occidente ci costringe a riconoscere che il processo di conoscenza è sempre un processo di potere. È necessario passare da una prospettiva che vede l'Oriente attraverso i filtri dell'Orientalismo e dell'imperialismo mediatico a una che è disposta ad ascoltare le voci e le auto-definizioni emerse dalla regione stessa. Solo attraverso l'integrazione di questi quadri teorici e l'amplificazione delle contronarrazioni musulmane si può sperare di de-colonizzare lo sguardo e di arrivare a una comprensione più equa e plurale.

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