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Oman - Per sapere se esiste davvero, bisogna vederlo

Roberto Roggero da Muscat (Oman) - C'è chi arriva dall'Italia con viaggio di circa otto ore di aereo, ma c' chi per vedere l'Oman con i propri occhi affronta anche viaggi partendo da Cina, Giappone, Sud Corea, Irlanda, Sud America, e atre parti del mondo. Ovviamente non è necessario dire che vale la pena, perché l'Oman è realmente necessario vederlo, altrimenti si rimane attaccati a riferimenti fotografici che, pur pregevoli, non rendono giustizia a questa terra da sogno.

Accoglienza sorprendente, con una gentilezza, una fraternità e un'amicizia spontanee, naturali per com'è il carattere degli omaniti. Ho avuto l'onore e il privilegio di essere l'unico giornalista italiano, insieme a colleghi cinesi, giapponesi, inglesi e di altri Paesi dell'area del Golfo, ad essere invitato per coprire un evento importante, l'elezione del Consiglio Municipale della capitale Muscat, con visite nei luoghi più significativi del Paese e della principale città. La visita alla Grande Moschea dedicata al Sultano Jāmiʿ As-Sulṭān Qābūs Al-Akbar lascia assolutamente senza fiato. Un luogo che sembra racchiuso in una bolla fuori dal tempo. Inaugurata nel 2001, per la ricorrenza dei 30 anni di regno dello scomparso Sultano, ha origine nel 1992, dal desiderio di Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd, il quale voleva dare alla popolazione dell’Oman una vera Grande Moschea. Nel 1994 ha avuto inizio la costruzione, terminata dopo poco meno di sette anni, cin pietra arenaria importata dall’India, per un quantitativo di oltre 300mila tonnellate. La Moschea si estende si circa 40mila metri quadrati di superficie, con l’area principale realizzata in una ambiente quadrato interno esteso circa 75 metri per lato, con una cupola centrale alta oltre 50 metri.

All’interno si trova il minareto principale e i quattro laterali, in grado di accogliere più di 6.500 fedeli. Nel minareto riservato alle donne trovano posto 750 persone, mentre l’area esterna adiacente contiene altri 8.000 fedeli. In totale il luogo è in grado di accogliere circa 25mila persone contemporaneamente.

Quello che colpisce l’occhio del visitatore, oltre alle mirabili decorazioni in colori affascinanti, e al gigantesco lampadario che pende dal centro della cupola, vi è un tappeto che ricopre tutta la superficie del minareto: un pezzo unico, il più grande al mondo, tessuto a mano, che contiene più di 1 milione e 750mila nodi, con una trentina di colori diversi, tutti ottenuti con risorse ed elementi naturali, e un peso che supera le 20 tonnellate, per oltre 4.300 metri quadrati di superficie. Il gigantesco e pregiato candelabro, realizzato in Italia, dal peso di oltre 8,5 tonnellate, contiene più di 600mila cristalli e 1122 lampadine, è alto 14 metri ed è anch’esso da record mondiale. Intorno è poi circondato da altri 34 lampadari.

Non molto lontano si trova un altro luogo magico, la Royal Opera House, con la quale gli omaniti hanno voluto rendere omaggio all’arte, e dove vi è anche la partecipazione dell’Italia a cominciare dall’attuale direttore artistico, Umberto Fanni.

Fra colonne e scalinate in marmo di Carrara, ed elementi decorativi tipici delle diverse influenze culturali che convivono in Oman, il grande teatro dell’opera manifesta il profondo amore dell’Oman per la cultura, il teatro e in particolare per l’opera lirica. Non a caso, la stagione 2022-2023 si è aperta con “La Traviata” di Giuseppe Verdi, e comprende diverse altre opere liriche dei più grandi compositori italiani, fra rappresentazioni di numerosi altri autori stranieri e non solo per quanto riguarda la musica sinfonica e operistica. Da citare “L’Elisir d’Amore” di Gaetano Donizetti, eseguito dall’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, o la serata che vede protagonista Gile Bae and the Armenian State Simphony Opera.

La Royal Opera House Muscat, nota abitualmente come ROHM, è un teatro multiuso, costruito tra il 2007 e il 2011 per volontà del Sultano Qabus, noto estimatore della lirica e appassionato collezionista di rari strumenti musicali, esposti all’interno del teatro stesso, fra cui strumenti a fiato in ceramica, vetro, fiati di fattura ammirevole, un rarissimo flauto in vetro, e un violino che lo stesso sultano ha disegnato e fatto realizzare in Italia, contornato di diamanti e pietre preziose. L'edificio ha una capacità di circa 1.100 posti, ed è stato inaugurato nell’ottobre 2011, con l’opera “Turandot” di Giacomo Puccini e l’orchestra diretta dal celebre tenore Placido Domingo. Nel grande teatro vengono inoltre tenuti concerti, vi è un grande auditorium, giardini paesaggistici, un mercato culturale con negozi al dettaglio, ristoranti di lusso e un centro d'arte per produzioni musicali, teatrali e operistiche.

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