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Palestina – Yosef e il Mistero delle Grotte di Qumran

  • 16 ott
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 19 ott

Patrizia Boi (Assadakah News) -  Rubrica Culturale "Le Mille e Una Fiaba" - I Favolosi Paesi della Lega Araba


Capitolo 16 PALESTINA - Yosef e il Mistero delle Grotte di Qumran


Yosef e il Mistero delle Grotte di Qumran
Yosef e il Mistero delle Grotte di Qumran

In un'epoca lontana, tra le scoscese colline della Palestina, vi era un giovane pastore di nome Yosef. Ogni giorno, con il suo gregge, Yosef vagabondava tra le rocce e il silenzio del deserto, immergendosi nella quiete della natura.  Un giorno, mentre vagava tra le rocce di Qumran, un'area deserta e misteriosa lungo le sponde del Mar Morto, il suo piede inciampò in una cavità nascosta tra le pietre. Incuriosito, si avvicinò e, con uno sforzo, riuscì a spostare una pietra che celava una grotta misteriosa.


La caverna era piena di antichi rotoli di pergamena, avvolti con cura, coperti da polvere e secoli di oblio. I rotoli, scritti in una lingua misteriosa, sembravano appartenere a un tempo ormai dimenticato.


Gli occhi di Yosef brillavano mentre si accorgeva che quei rotoli, scritti in un linguaggio sacro, contenevano segreti che nessun mortale aveva mai conosciuto. Tra le scritture, una in particolare attirò la sua attenzione: un messaggio in codice che si mise in testa di decifrare.


Tutto era scuro, c’era solo la luce del giorno che proveniva da una fessura. Lui pensò di servirsi della luce di una lampada, ma non fu necessario, perché in quel preciso momento quella scritta brillò e si stagliò nei suoi occhi come un tatuaggio indelebile.


Lui non capiva quella lingua piena di simboli, ma il suo cuore ne era affascinato. Gli venne in auto una voce sommessa che proveniva da un mondo sottile all’interno della caverna che gli rivelò profezie straordinarie, antiche saggezze, e segreti custoditi dai monaci che una volta avevano abitato in quel remoto luogo.


Le parole descrivevano come ogni popolo potesse superare le sue divisioni, guarire le ferite della guerra e vivere in armonia.


«Questi manoscritti, dovranno essere svelati ai posteri e tu che li hai scoperti sei il messaggero prescelto».


Josef era come precipitato in un’altra dimensione dove gli pareva di possedere una conoscenza antica e si sentiva onorato di questo compito che gli era stato attribuito. Ma il destino di Josef e di quei manoscritti non era facile.


Nelle ombre della grotta, nascosto tra le rocce, c'era un uomo oscuro che da tempo cercava quei rotoli. Il suo nome era Khaled, un uomo senza scrupoli, un mercenario che desiderava sfruttare il potere dei manoscritti per scopi malvagi.


Dopo che Josef scoprì quei rotoli miracolosi, sentì la voce misteriosa e comprese la portata della sua scoperta, Khaled, che essendo un uomo senz’anima non aveva udito nulla, con uno sguardo feroce fece avanti, minacciando il giovane pastore.


«Quei rotoli mi appartengono, ragazzo», ruggì, con la voce che riecheggiava tra le pareti della grotta. «Non permetterò che tu li porti via».


Josef, però, avvolto da una forza spirituale immensa che gli era stata trasmessa da quella voce, non si fece intimorire. Sapeva che la sua missione era troppo importante. Invece di cedere alla paura, nel suo cuore sviluppò il calore di una grande fiducia. Infatti, non appena tentò di avvicinarsi ai rotoli, un’improvvisa raffica di vento si alzò dall’interno della caverna, sollevando sabbia e frammenti di pergamena nell’aria. La luce che brillava sui rotoli si fece più intensa, come se una forza invisibile stesse proteggendo il loro segreto. Khaled, confuso, si fermò, ma poi con un ghigno maligno iniziò a pronunciare parole oscure in una lingua dimenticata.


Yosef si sentì avvolto da una paura gelida, ma la voce eterea che lo aveva guidato prima gli sussurrò:


«Non temere. La purezza del tuo cuore è la chiave. Ascolta e segui il tuo spirito».


Gli spiriti dei monaci che avevano custodito i rotoli per secoli
Gli spiriti dei monaci che avevano custodito i rotoli per secoli

A quel punto, Khaled estrasse un antico pugnale incrostato di simboli, e con esso tentò di spezzare la protezione magica attorno ai rotoli. Improvvisamente, le pareti della grotta cominciarono a tremare, e dalle fessure uscirono figure evanescenti: gli spiriti dei monaci che avevano custodito i rotoli per secoli. Le figure, vestite di tuniche leggere come il vento, si disposero tra Yosef e Khaled.


Uno degli spiriti, con voce solenne, si rivolse a Khaled:


«Non puoi toccare ciò che non comprendi. Solo colui che porta il dono della luce può svelare il segreto».


Furioso, Khaled si avventò contro Yosef, ma mentre lo faceva, una delle lampade ad olio nella grotta cadde, e una fiamma viva si alzò come una barriera tra i due. Yosef, ispirato dalla voce interiore, ricordò un antico rituale che suo nonno gli aveva insegnato: il canto del deserto, una melodia che si diceva potesse risvegliare le energie benevole della terra.


Con occhi chiusi e cuore saldo, Yosef iniziò a cantare. La sua voce risuonò tra le pareti della grotta, e ogni nota sembrava intrecciarsi con la luce dorata dei rotoli. La fiamma si trasformò in una figura luminosa, un’antica donna beduina con un velo scintillante, che si frappose tra Yosef e Khaled. La donna sollevò una mano, e Khaled fu avvolto in un turbine di sabbia.


«Tu sei stato giudicato», sussurrò la donna luminosa. «Solo chi cerca la pace con cuore sincero può portare questo dono nel mondo».


Il turbine trasportò Khaled lontano, fuori dalla grotta, lasciandolo a vagare nel deserto. Yosef, esausto ma colmo di gratitudine, si inginocchiò davanti alla figura luminosa. La donna gli sorrise dolcemente e gli indicò il rotolo più prezioso.


«Vai, giovane messaggero. La tua purezza e il tuo coraggio hanno preservato il messaggio di Equilibrio, Armonia e Pace. Porta questo dono all’umanità».


Yosef prese il rotolo, che si era fuso con il bagliore della luce, e lo nascose con cura. Uscì dalla grotta, sapendo che la sua missione non sarebbe stata facile, ma con la consapevolezza che aveva il sostegno di forze più grandi del male che aveva affrontato.


Yosef prese il rotolo, che si era fuso con il bagliore della luce e camminò tra le rocce
Yosef prese il rotolo, che si era fuso con il bagliore della luce e camminò tra le rocce

Camminò tra le rocce e il vento del deserto con il cuore colmo di determinazione. Tornato al villaggio, raccontò la sua scoperta agli anziani, che rimasero attoniti davanti al messaggio di speranza e pace contenuto nei rotoli. Yosef comprese che il suo destino non era solo proteggere quel segreto, ma anche condividerlo con il mondo, affinché le antiche profezie potessero ispirare l’umanità.


Le grotte di Qumran, con i loro rotoli sacri, divennero così il simbolo di una conoscenza dimenticata, destinata a cambiare il corso della storia. Yosef, il pastore dal cuore puro e dal coraggio indomito, divenne il ponte tra passato e futuro, tra terra e cielo.


La sua missione non si esaurì mai: portava il messaggio da un villaggio all’altro, parlando di un mondo in cui la pace era possibile, se solo i cuori fossero stati abbastanza coraggiosi da cercarla.


E mentre i venti del deserto continuavano a soffiare sulle terre di Qumran, il giovane pastore guardava l’orizzonte. Sapeva che i misteri delle grotte non erano destinati a rimanere sepolti, ma a emergere quando il mondo fosse stato pronto a comprenderli. Così, con il rotolo al sicuro e il cuore pieno di fede, Yosef iniziò il suo viaggio, consapevole che ogni passo avrebbe potuto essere l’inizio di una nuova era per l’umanità.


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SPECIALE LEGA ARABA

A cura di Roberto Roggero, Patrizia Boi

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