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Per la dignità della Palestina: in difesa di Francesca Albanese

  • 11 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 14 lug

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In difesa di Francesca Albanese: contro le sanzioni USA e per la tutela dell’indipendenza delle voci critiche - Maddalena Celano (Assadakah News).


Francesca Albanese è una studiosa, attivista e funzionaria internazionale italiana, riconosciuta a livello globale per il suo impegno nella difesa dei diritti umani, con particolare attenzione alla complessa e delicata situazione nei territori palestinesi occupati.

Con una formazione accademica solida nel campo del diritto internazionale e dei diritti umani, Albanese ha dedicato gran parte della sua carriera a monitorare, documentare e denunciare le violazioni perpetrate nel contesto del conflitto israelo-palestinese. Nel 2021 è stata nominata Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori palestinesi occupati, incarico che svolge con rigore, indipendenza e passione civile.

Il suo lavoro si distingue per un approccio rigoroso e imparziale, basato su indagini sul campo, analisi approfondite e ascolto diretto delle comunità colpite. Albanese non ha mai esitato a mettere in luce le responsabilità di tutti gli attori coinvolti, a partire dalle politiche di occupazione israeliane che hanno causato spostamenti forzati, demolizioni di abitazioni e limitazioni alla libertà di movimento dei palestinesi.

La sua posizione chiara e coraggiosa ha attirato sia ammirazione che critiche, e nel giugno 2025 è stata oggetto di sanzioni personali da parte del governo statunitense, una decisione che molti hanno interpretato come un tentativo di delegittimare la sua azione indipendente e la sua capacità di denunciare le ingiustizie.

Francesca Albanese rappresenta oggi una figura di riferimento per chi crede nella giustizia internazionale, nella difesa dei diritti umani e nella necessità di una pace fondata sul rispetto e sull’eguaglianza. La sua determinazione e integrità la rendono una voce indispensabile nel panorama internazionale, capace di illuminare le verità scomode e di sfidare le narrazioni consolidate con coraggio e intelligenza.

Nel giugno 2025, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato sanzioni personali contro Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati. Questa misura rappresenta non solo un attacco diretto a una figura indipendente impegnata nella difesa dei diritti umani, ma anche un grave abuso dell’istituto delle sanzioni, utilizzato sempre più come strumento unilaterale di pressione politica da parte degli Stati Uniti.


L’uso improprio e unilaterale delle sanzioni da parte degli USA


Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti a Francesca Albanese si inseriscono in una prassi sempre più frequente, in cui le misure restrittive vengono utilizzate non solo per ragioni economiche o di sicurezza, ma anche come strumento politico per colpire individui, organizzazioni o Stati sgraditi all’amministrazione americana.

Questo uso unilaterale delle sanzioni è problematico sotto diversi profili:

  • Violazione della sovranità internazionale: le sanzioni imposte da un singolo Paese spesso ignorano i meccanismi multilaterali e le decisioni condivise, ponendo sotto pressione Stati sovrani e figure indipendenti senza un giusto processo o un mandato internazionale.

  • Strumento di intimidazione politica: colpire una relatrice speciale dell’ONU significa intimidire tutte le persone impegnate nella difesa dei diritti umani, minando la loro libertà di indagine e di espressione.

  • Danneggiamento del diritto internazionale: le sanzioni unilaterali alimentano un clima di conflittualità internazionale e ostacolano il dialogo e la cooperazione multilaterale necessarie per risolvere le crisi globali.

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Un attacco all’autonomia delle Nazioni Unite e alla giustizia globale


Il sistema ONU si basa su principi di imparzialità, indipendenza e tutela dei diritti umani. Quando un’organizzazione internazionale vede uno dei suoi funzionari colpito da misure coercitive esterne, si compromette l’intero equilibrio di questo sistema.

Francesca Albanese, in quanto relatrice speciale, svolge un ruolo fondamentale di vigilanza e denuncia, contribuendo a mantenere alta l’attenzione sulle gravi ingiustizie e sui conflitti che interessano milioni di persone. Le sanzioni statunitensi minano la sua capacità di agire liberamente e costituiscono un pericoloso precedente che può scoraggiare altri esperti indipendenti dal prendere posizioni scomode.


La necessità di solidarietà internazionale


È urgente che governi, organizzazioni per i diritti umani e società civile si mobilitino per difendere Francesca Albanese, riaffermando il valore della libertà di indagine e della protezione internazionale garantita dai mandati ONU.

Il silenzio o l’indifferenza di fronte a tali attacchi indeboliscono la credibilità e l’efficacia degli organismi internazionali impegnati nella tutela dei diritti fondamentali.

Le sanzioni USA contro Francesca Albanese sono un episodio emblematico di come la politica egemonica di Washington utilizzi strumenti come le sanzioni per reprimere voci critiche e indipendenti, ostacolando il lavoro di chi denuncia ingiustizie e violazioni dei diritti umani.

Difendere Albanese significa difendere la libertà di parola, il diritto internazionale e l’autonomia degli organismi multilaterali, pilastri imprescindibili per la costruzione di un mondo più giusto e pacifico.


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