top of page

Scienza - I fondamentali di Al-Hazen

Assadakah News - Oggetti oggi di uso comune, uno fra i tanti la camera oscura, si devono all’illuminato genio dello scienziato arabo Abu Ali Al-Hasan ibn Al-Haytham, più noto come Al-Hazen, padre della fisica ottica. Medico, filosofo, matematico, fisico e astronomi, nacque a Bassora nel 965 circa e morì al Cairo probabilmente nel 1040.

Figlio di un nobile dignitario, fra Bassora e Baghdad studio i principi della religione islamica, delle scienze e della filosofia di Aristotele, e fu anche Visir della provincia di Bassora.

In giovane età si trasferì in Egitto, dove trascorse il resto della vita, invitato dall’Imam Al-Hakim, che era venuto a sapere del suo straordinario talento, che gli affidò la progettazione di un sistema per la regolamentazione delle acque del Nilo. Al-Hazen elaborò un complicato quanto efficace sistema di dighe e chiuse.

Giunse a Al-Janadil, poco a sud di Assuan dove, a causa di eccessive difficoltà tecniche e amministrative, alla fine rinunciò alla realizzazione del progetto, che venne realizzato mille dopo, nel 1902, con la Diga di Assuan.

In seguito a ciò, l’Imam Al-Hakim, mecenate ma anche spietato tiranno, rinnegò le sue qualità scientifiche e lo relegò al rango di semplice impiegato. Temendo ripercussioni e vendette, il giovane Al-Hazen si finse pazzo per circa 12 anni, fino alla morte dell’Imam, ucciso nel 1021. Durante questo periodo, Al-Hazen compì numerosi viaggi, fu in Siria, Spagna, finché torno al Cairo, dove acquistò una casa vicino alla grande moschea di Al-Azhar, diventando uno stimato nella stessa moschea che, come oggi, era una vera e propria università. Formò una biblioteca di impressionanti dimensioni per l’epoca, seconda solo alla Casa della Saggezza (Dar Al-Hikma) degli Imam della dinastia fatimida.

Il Cairo, grande centro multiculturale, fu di grand ispirazione. Al-Hazen si specializzò nelle discipline scientifiche, introdotte dagli studiosi greci, e tradusse in arabo un gran numero di opere, proprio nel momento in cui la fioritura delle scienze era al più florido sviluppo, offrendo un contributo documentale e informativo di fondamentale importanza, e restituì al mondo alcune opere che si credevano perdute, fra le quali libri di Apollonio di Perga, Euclide, Tolomeo, ed elaborò approfondimenti e riformulazioni che sarebbero rimaste per molti secoli di importanza capitale.

La parte più rilevante dei suoi studi è raccolta in 25 saggi di matematica ed in 45 ricerche di fisica (a lui è attribuita la prima, consistente stima dello spessore dell'atmosfera) e metafisica, oltre alla sua autobiografia del 1027.

Fu soprattutto nell'ottica che le sue ricerche produssero risultati eccezionali. Studiando l'ottica euclidea, enunciò teorie sulla prospettiva, della quale focalizzò il suo interesse sui tre punti fondamentali (il punto di vista, la parte visibile dell'oggetto e l'illuminazione), riformulando i modelli geometrici che ne descrivevano le relazioni. I suoi studi furono di notevole influenza nella demolizione delle vecchie teorie sulla natura e sulla diffusione delle immagini visive, dal momento che si riteneva che la luce fosse una soggettiva (e per questo relativa) elaborazione della psiche umana. Della scuola araba dell'ottica, Al-Hazen è in genere considerato il primo e massimo, geniale, esponente. Fu grazie ai suoi studi che si poterono formulare nuove ipotesi, elaborando anche le teorie di Galeno.

La camera oscura

Al-Hazen identificò i princìpi fondamentali della fotografia quando realizzò quella che si può considerare la prima camera oscura di cui si abbia notizia. Si trattava di una stanza buia in cui la luce entrava da uno spiraglio grande quanto una punta di spillo, proiettando su una parete l’immagine capovolta di ciò che si trovava fuori.

Solo nel 19° secolo, insieme alla camera oscura si iniziarono a usare lastre fotografiche per catturare in modo permanente le immagini. Questo portò alla nascita della macchina fotografica. Tutte le moderne macchine fotografiche, e lo stesso occhio umano, sfruttano i princìpi fisici della camera oscura, che fu Johannes Kepler a comprendere e spiegare in Europa nel 17° secolo.

Lo studio sul capovolgimento dell'immagine all'interno del globo oculare, dovuto al passaggio per lo stretto foro della pupilla, diede lo spunto ad Alhazen per sviluppare il primo studio in assoluto sulla camera oscura. Lo scienziato descrisse con grande anticipazione ed esattezza il meccanismo di capovolgimento dell'immagine che attraversando un foro si fermava sul fondo della camera.

Ci volle tempo perché l'Europa potesse conoscere gli studi di Ibn al-Haytham. Ostavano ad una loro rapida diffusione la distanza culturale e linguistica del mondo occidentale da quello arabo, e non erano di giovamento le distanze politiche e religiose: infatti mentre l'islam incoraggiava la scienza e la sua diffusione, la chiesa la ostacolava. Un compendio dei suoi studi fu tradotto nel 1270 dal monaco polacco Vitellione, con il titolo "De Aspectibus". Lo stesso Leonardo da Vinci basò molti studi tecnici sui principi esposti da Al-Hazen.

Comments


bottom of page