top of page

Siria - Ancora bombardamenti americani

Assadakah News Agency - Una evidente dimostrazione del fatto che Washington, dopo aver perso la propria influenza nella Regione, non vuole un riavvicinamento dei Paesi arabi, soprattutto fra sciiti e sunniti, primi fra tutti Arabia Saudita, Iran e Siria, dove per altro le truppe americane sono presenti illegalmente dal 2015 e dove Washington sta facendo di tutto per fomentare la recrudescenza. Già lo scorso 23 marzo, aerei americano hanno bombardato la zona di Deir ez-Zor, dove sei soldati siriani sono morti, come ritorsione alla morte di un appaltatore statunitense, durante un raid di gruppi di resistenza che combattono la presenza americana in Siria.

Una pericolosa escalation militare, segno che il riavvicinamento fra Damasco, Riyadh e Teheran nn è visto di buon occhio a Washington.

Il portavoce del Dipartimento di Stato ha detto di essere stato in contatto con i funzionari sauditi in merito al loro approccio alla regione, inclusa la Siria, aggiungendo che la posizione di Washington contro la normalizzazione con il governo di Assad rimane invariata, e contraria. Non a caso, queste azioni sono arrivate lo stesso giorno in cui sono state diffuse le notizie secondo cui Siria e Arabia Saudita stanno conducendo colloqui per il ripristino delle relazioni diplomatiche, inclusa la riapertura delle ambasciate. Ed è fin troppo evidente che il vero scopo della Casa Bianca sia impedire che l’Arabia Saudita si riavvicini alla Repubblica Islamica dell’Iran.

Gli attacchi aerei statunitensi hanno preso di mira luoghi utilizzati per immagazzinare prodotti alimentari e altri centri di servizi a Deir el-Zor, dove sarebbero morti anche alcuni iraniani, in particolare in un deposito nel quartiere di Harabesh e in due postazioni militari vicino a Mayadeen e Boukamal. E’ inoltre evidente che gli Stati Uniti siano interessati a mantenere il possesso, e lo sfruttamento, dei centri di estrazione di petrolio nel territorio, ancora oggi presidiati da truppe americane. Le contraddizioni sono molte ed è chiaro che, in una situazione normale, gli Stati Uniti si troverebbero esposti alle accuse che essi stessi rivolgono alla Russia in merito all’invasione ucraina. Se non fosse per il dogma coniato dal potere statunitense dell’eccezionalità americana, non ci sarebbero dubbi sull’illegalità di chi si erge su tutti i paesi del mondo come la patria del diritto e dei diritti umani.

bottom of page