Siria - Sheik Al Rahman Koki: “La pace è possibile”
- Roberto Roggero
- 6 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Assadakah News - Favorevole alla pace con Israele, Sheikh Abed Al Rahman Koki, autorità religiosa sunnita, deciso oppositore del regime Assad, e per questo arrestato e incarcerato diverse volte: “Credo che il nuovo governo abbia iniziato la propria attività nel migliore dei modi. La Siria non ha lacuna intenzione di espandersi nei Paesi vicini, sta lavorando nel rispetto delle leggi, delle istituzioni e della giustizia. Inoltre coopera direttamente con tutti i cittadini per il bene del Paese. Assad era convinto che praticamente tutti fossero contro di lui e il suo operato, era fissato nel controllare tutto e tutti, ed era quindi normale fare arrestare senza motivo chiunque sospettasse di essere un oppositore, e farlo sottoporre alla tortura, oppure ordinarne l’uccisione.

La nuova Siria non è uno stato esclusivamente religioso, abbiamo diverse etnie e diverse religioni, per cui non sarà mai possibile convincere qualcuno a pensare in modo diverso e convertirsi. I governanti attuali questo lo sanno bene, per cui sanno anche che non sarà possibile trasformare la Siria in una teocrazia. In Siria la religione interviene solo in materia di diritto di famiglia. Per tutte le altre questioni, la religione non interviene in nessuno dei campi di azione del governo. Le donne possono scegliere se indossare l’hijab oppure no, come gli uomini possono scegliere se portare la barba oppure no. Anche frequentare le moschee è una libera scelta.
In Siria convivono diverse etnie e diverse religioni, nel rispetto reciproco. Le donne hanno uguali diritti rispetto gali uomini, in un Islam che prevede la parità dei diritti.
La Siria ha attraversato troppi anni di guerra e distruzione, e ora ha bisogno di pace, anche per quanto riguarda Israele. Siamo sconvolti per quanto sta succedendo a Gaza e per le incursioni nel sud della Siria, per i bombardamenti e per l’occupazione dei nostri territori. Nessuno stato può accettare di essere occupato con la prepotenza. Per arrivare alla pace, è necessario che Israele rispetti il nostro territorio nazionale e i nostro confini. Se farà questo, i siriani non saranno contrari alla pace. Solo in questo modo il nostro governo potrà votare per una risoluzione di pace”.
Comments