Algeria - La Casbah: fascino del Patrimonio vivente di Algeri
- 29 lug
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I. Introduzione alla Casbah di Algeri

La Casbah di Algeri, nota anche come Al-Qasbah, rappresenta il nucleo storico della capitale algerina, occupando una posizione strategica centrale sia in Algeria che nel Maghreb, affacciata sul Mar Mediterraneo. Costruita su un terreno scosceso con un dislivello di 118 metri, la Casbah appare come un insieme di case aggrappate a un pendio. La sua forma triangolare, con la base che si estende verso la Baia di Algeri, le conferisce, se osservata dal mare, l'aspetto di una "piramide colossale" o di un "anfiteatro triangolare".
Storicamente, la sua posizione geografica ha reso la Casbah un crocevia vitale per il commercio, la cultura e le campagne militari, fungendo da rifugio per navi mercantili, pirati e corsari. La sua funzione portuale fu attestata nell'XI secolo dal geografo cordobano Al-Bakri, che la descrisse come protetta da un porto, isole e una baia, rendendola un punto di ancoraggio invernale. L'ambiente circostante forniva anche risorse naturali essenziali, come calcare per la costruzione e argilla per i mattoni, oltre all'accesso ad acqua dolce.

La Casbah di Algeri è stata riconosciuta come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO dal 1992, un tributo al suo Eccezionale Valore Universale. Essa si distingue come un esempio pregevole di città storica del Maghreb, avendo esercitato una notevole influenza sull'urbanistica nella parte occidentale del Mediterraneo e nell'Africa subsahariana durante i secoli XVI e XVII. Il sito è inoltre una testimonianza di una profonda cultura musulmana mediterranea, una sintesi di numerose tradizioni. Nonostante le trasformazioni, i rischi sismici e il degrado, la Casbah conserva gran parte della sua integrità e autenticità, con la sua funzione residenziale continua che ne rafforza la vitalità.
L'evoluzione del termine "Casbah" stesso, che originariamente si riferiva specificamente alla cittadella, il punto più alto e difensivo della medina ziride (1), per poi estendersi a designare l'intera città vecchia racchiusa dalle mura costruite nel XVI secolo durante il periodo ottomano, rivela una trasformazione profonda. Questa evoluzione linguistica, da una struttura difensiva specifica all'intero tessuto urbano, indica che l'identità centrale di "protezione" e "fortezza" (implicita nella funzione della cittadella ) è diventata sinonimo dell'intera città, valendole il soprannome arabo "El Djazaïr El Mahroussa" ("Algeri la Protetta"). Questa implicazione più ampia suggerisce che l'identità della Casbah è intrinsecamente legata al suo ruolo storico di santuario e roccaforte, una caratteristica che si sarebbe rivelata cruciale durante i periodi di resistenza contro le potenze coloniali. Il nome stesso riflette un'identità dinamica e adattiva, in continua evoluzione ma radicata nel suo nucleo difensivo e comunitario.

La topografia scoscesa ed elevata della Casbah ha direttamente plasmato le sue "strade strette e tortuose" e il suo "insediamento ad alta densità". Questa non è una semplice descrizione, ma una relazione causale: le sfide poste dalla topografia hanno reso necessaria una specifica e organica evoluzione urbana. Questo "complesso e misterioso tessuto urbano" fu considerato "perfetto" da Le Corbusier per la sua disposizione a gradoni che garantiva una vista sul mare da ogni terrazza. La conseguenza di ciò è che i vincoli fisici del sito hanno portato a una pianificazione urbana innovativa e altamente adattiva, che era al contempo funzionale ed esteticamente armoniosa con l'ambiente naturale circostante. Questa intrinseca adattabilità e densità, nata dalla necessità geografica, si è poi trasformata in un vantaggio strategico, rendendo la Casbah "impenetrabile" alle forze esterne e, di conseguenza, modellando il suo destino sociale e politico.
II. Evoluzione Storica e Sviluppo

Radici Antiche: Origini Fenicie e Puniche
L'occupazione del sito della Casbah risale all'epoca punica, con le prime tracce conosciute datate alla fine del VI secolo a.C.. In quel periodo, i Cartaginesi cercarono di stabilire una rete di avamposti commerciali lungo la costa meridionale del Mediterraneo per controllare i flussi commerciali, e il sito di Algeri, allora chiamato Ikosim, fungeva da punto di collegamento tra altri insediamenti punici. Piccole isole vicino alla costa erano adatte all'attracco, facilitando il commercio di beni come oro, argento e stagno.
Dinastie Berbere: L'Era Ziride e il Quadro Urbano
L'attuale struttura urbana della Casbah fu concepita nel X secolo dai Berberi sotto la dinastia Ziride. In quest'epoca, il termine "Kasbah" designava originariamente il punto più alto della medina. Successive dinastie berbere arricchirono ulteriormente questo quadro urbano.
Periodo Ottomano: Apice del Potere e Fortificazione
La Casbah raggiunse il suo apogeo durante il periodo della Reggenza di Algeri (XVI-XVIII secolo), fungendo da sede del potere politico. Le mura furono costruite intorno alla medina nel XVI secolo, racchiudendo l'intera città vecchia. La cittadella, edificata tra il 1552 e il 1573 d.C., divenne la sede del governo sotto il Dey Husayn nel 1817 d.C.. Essa comprendeva palazzi, caserme, moschee e altre strutture. La ricchezza della città in questo periodo derivava dalla pirateria e dalla sua posizione strategica all'inizio delle rotte carovaniere trans-sahariane. Alla fine del XVIII secolo, era una città fiorente e ben fortificata, con una popolazione di circa 100.000 abitanti.
Impatto Coloniale Francese e Trasformazioni
L'esercito francese trovò la Casbah una "città impenetrabile e criptica" a causa della sua rete labirintica di residenze e spazi ristretti. Le politiche coloniali portarono a tentativi di ristrutturazione della Casbah, inclusa la "perforazione" con grandi viali arteriosi (ad esempio, Rue d'Isly, Rue de la Lyre) lungo il suo asse nord-sud. Questa fu una strategia deliberata per ospitare le truppe e mobilitare l'esercito, affermando l'"egemonia militare francese". Furono introdotti stili architettonici europei, alterando il paesaggio urbano e inserendo nuove dimensioni culturali. Successivamente, le politiche coloniali francesi mutarono, impegnandosi a preservare il tessuto fisico e simbolico rimanente della vecchia Casbah.
La Casbah durante la Guerra d'Indipendenza Algerina

La Casbah divenne il "centro della resistenza militarizzata all'autorità francese". I suoi "vicoli stretti e le strade labirintiche" fornirono un ambiente ideale per la guerriglia, offrendo rifugio a rivoluzionari e combattenti del Fronte di Liberazione Nazionale (FLN). Durante la guerra, migliaia di algerini rurali si riversarono nella Casbah in cerca di sicurezza e affitti economici, portando a una significativa densificazione della popolazione.
La "rete labirintica" e le "strade strette e tortuose" della Casbah non erano inizialmente un difetto, ma un adattamento naturale alla sua topografia collinare e servivano a scopi pratici, come la tradizionale raccolta dei rifiuti tramite asini. Tuttavia, durante il periodo coloniale francese, questo stesso tessuto urbano, che i francesi trovarono "impenetrabile" , si trasformò in una risorsa strategica cruciale per la resistenza algerina. I tentativi francesi di "perforare" la Casbah con ampi viali furono una risposta diretta a questa realtà, dimostrando una strategia coloniale volta a smantellare la struttura urbana che facilitava la resistenza. Questo evidenzia una profonda relazione di causa ed effetto: la pianificazione urbana organica, densa e irregolare della Casbah, lungi dall'essere un difetto, contribuì attivamente al suo ruolo di roccaforte e simbolo di resilienza, trasformando una percepita "disorganizzazione" in un vantaggio tattico per la liberazione. Lo spazio fisico stesso divenne un partecipante attivo nella lotta per l'indipendenza.
La storia della Casbah è segnata da successive stratificazioni di influenze: fenicia, punica, berbera, ottomana e francese. Ogni periodo ha lasciato il suo segno, dalla struttura urbana iniziale degli Ziridi alle fortificazioni e ai palazzi ottomani, e all'introduzione di stili europei durante il colonialismo francese. Nonostante queste imposizioni esterne e i tentativi di "ricostituire l'immagine dell'Impero francese", la Casbah ha mantenuto il suo "tradizionale tessuto islamico" e il suo "stile di vita ancestrale e le usanze musulmane". Ciò suggerisce una forte resilienza culturale di fondo che ha assorbito o resistito selettivamente alle influenze esterne piuttosto che esserne completamente assorbita. Il successivo impegno francese a "preservare il tessuto fisico e simbolico rimanente" riconosce il potere e l'identità duraturi della Casbah, anche da parte dei colonizzatori stessi. Questo mette in luce che la Casbah non è semplicemente un ricettacolo passivo della storia, ma un'entità attiva che si adatta, resiste e conserva la sua identità centrale attraverso successive trasformazioni.
Questa sintesi fornisce una panoramica chiara e concisa della complessa storia della Casbah, consentendo ai lettori di cogliere rapidamente le principali fasi del suo sviluppo e le caratteristiche distintive di ogni epoca. Si evidenzia l'evoluzione continua della Casbah da antico avamposto commerciale a moderno sito del patrimonio culturale, rafforzando anche implicitamente l'idea della storia stratificata della Casbah e del suo significato duraturo attraverso vari cambiamenti geopolitici.
III. Tessuto Architettonico e Urbano

Pianificazione Urbana Unica: Strade Labirintiche e Insediamento ad Alta Densità
La Casbah è un "labirinto di strade strette" e un "dedalo di vicoli stretti e tortuosi" , rendendola una zona senza auto dove le consegne sono tradizionalmente effettuate con asini. I suoi confini sono definiti da fortificazioni, costringendo l'architettura a svilupparsi verticalmente come un "insediamento ad alta densità". L'assetto urbano è caratteristico delle medine arabo-berbere del Maghreb, con un'influenza ottomana visibile principalmente nell'architettura militare. La topografia naturale della città spiega le sue strade tortuose, riflettendo il principio che "il sito crea la città".
Tipologia Abitativa: Il "Dar" e il Design del Cortile
La tipologia abitativa dell'area è definita da "masse interconnesse di case bianche e geometriche con terrazze sul tetto orientate verso la baia". Circa 1200 case sono situate su 36 ettari di terreno all'interno della Casbah. Le tradizionali case algerine, conosciute come "Dar", sono principalmente organizzate attorno a uno spazio centrale con cortile, spesso circondato da portici. Questo cortile funge da principale fonte di luce e ventilazione, consentendo lo svolgimento di attività all'aperto nella privacy della casa. Gli interni sono spesso riccamente dettagliati con intarsi, legno intagliato e intonaci, in contrasto con gli esterni generalmente modesti.
Spazi Pubblici vs. Privati: Organizzazione Sociale

La struttura urbana dell'Algeri ottomana, tipica di una città islamica, operava una chiara distinzione tra spazi pubblici e privati. Gli spazi pubblici e le strade erano considerati dominio maschile, mentre gli spazi privati della casa erano territorio femminile. La densa configurazione della Casbah permetteva di muoversi da casa a casa tramite terrazze adiacenti, evitando le strade sottostanti, migliorando ulteriormente la privacy. Le terrazze delle case sono principalmente riservate alle donne, mentre l'hawma (il quartiere) è uno spazio semi-privato, e i centri commerciali (souk), le fontane e i luoghi di potere sono considerati completamente pubblici.
Punti di Riferimento Architettonici Chiave: Moschee, Palazzi e la Cittadella
La Casbah contiene "case tradizionali molto interessanti, palazzi, hammam, moschee e vari souk".
La Cittadella (Al-Kasbah): Situata a 118 metri sul livello del mare, fu costruita tra il 1552 e il 1573 d.C. e divenne la sede del governo nel 1817 d.C.. Comprendeva caserme, due palazzi, una polveriera, mura, due moschee, un hammam e cucine. Conferisce alla città l'aspetto di una "città ben custodita".
Moschea Ketchaoua: Una splendida fusione di architettura moresca e bizantina, che testimonia le diverse influenze culturali della zona.
Dar Hassan Pacha: Un palazzo ottomano splendidamente conservato.
Dar Aziza: Una sontuosa fusione di stili moresco e ottomano, storicamente una foresteria per visitatori stranieri.
Dar Mustapha Pacha: Una struttura palaziale con cortili elaborati e intarsi complessi.
Altri importanti punti di riferimento includono Piazza dei Martiri, il Palazzo del Dey, la Nuova Porta, la Vecchia Kasbah e vari siti archeologici e mura di cinta.
La progettazione architettonica della Casbah, in particolare le case "Dar" centrate attorno a cortili , e la chiara distinzione tra spazi pubblici e privati, non sono scelte di design arbitrarie. Esse riflettono e rafforzano direttamente lo "stile di vita ancestrale e le usanze musulmane" e una forte enfasi culturale sulla privacy e la vita familiare. La possibilità di muoversi "da casa a casa tramite terrazze adiacenti" sottolinea ulteriormente questa organizzazione spaziale interna e incentrata sulla comunità, consentendo alle donne di sfuggire alla "reclusione tradizionale" pur mantenendo la privacy. Ciò illustra una profonda connessione tra l'ambiente costruito e le norme sociali e i valori culturali dei suoi abitanti, dove l'architettura facilita e perpetua uno specifico modo di vivere. La "pianificazione urbana molto densa" non riguarda quindi solo la massimizzazione dello spazio, ma la creazione di un ecosistema sociale coerente.

La pianificazione urbana della Casbah è descritta come un "sistema complesso e originale che si è adattato notevolmente bene" al suo terreno collinare e dove "il sito crea la città". Questo non è solo un aspetto estetico, ma una dimostrazione di ingegno funzionale. La "disposizione a gradoni delle case" garantisce che ogni terrazza abbia una vista sul mare, indicando una sofisticata comprensione del microclima e dell'estetica. Le strade strette e tortuose e l'insediamento ad alta densità non sono un segno di disorganizzazione, ma una risposta intelligente alla topografia, ai vincoli di risorse e alle esigenze difensive. Questo design urbano pre-moderno, spesso percepito come "labirintico" e "criptico" dagli esterni , si è dimostrato altamente resiliente e adattabile nel corso dei secoli, servendo persino come vantaggio strategico durante i conflitti. L'implicazione più ampia è che l'urbanistica tradizionale e organica, spesso trascurata a favore delle città moderne pianificate, offre preziose lezioni per uno sviluppo urbano sostenibile e resiliente, in particolare in ambienti difficili.
Questa sintesi è preziosa per fornire una panoramica strutturata dei componenti architettonici chiave e delle caratteristiche urbane della Casbah, facilitando la visualizzazione e la comprensione dell'ambiente costruito unico per il lettore. Collegando queste caratteristiche al loro significato funzionale e storico, si rafforza l'idea che l'architettura della Casbah non è meramente estetica, ma profondamente integrata con i suoi ruoli sociali, culturali e strategici. Questo aiuta a consolidare la comprensione della Casbah come un museo urbano complesso e vivente.
IV. Significato Culturale e Sociale

Un Crogiolo di Culture: Influenze Berbere, Arabe, Ottomane e Francesi
La Casbah si erge come una "testimonianza vivente della diversità culturale" che ha definito Algeri per secoli. È stata un punto di incontro per civiltà provenienti dal bacino del Mediterraneo e oltre. L'intreccio di influenze berbere, arabe, ottomane e francesi ha creato un "mosaico culturale straordinario", manifestato nella vita quotidiana, nei costumi e nelle tradizioni dei suoi abitanti. Questa capacità di accogliere e fondere elementi culturali diversi ha contribuito alla sua identità unica, rendendola un simbolo di coesistenza e identità culturale.
Artigianato Tradizionale e Mercati Vivaci
All'interno delle mura della Casbah, l'artigianato e le pratiche tradizionali continuano a prosperare, tramandati di generazione in generazione. Gli artigiani nei loro laboratori producono gioielli, ceramiche e tessuti squisiti utilizzando tecniche rimaste invariate per secoli, celebrando il patrimonio culturale della Casbah. I vivaci mercati (souk) sono un punto focale della vita comunitaria, offrendo un'esperienza sensoriale di immagini, suoni e odori e fungendo da centri sociali dove si scambiano notizie e si forgiano relazioni. Essi dimostrano la natura dinamica della Casbah, adattandosi alle esigenze contemporanee pur mantenendo il loro carattere tradizionale.
Vita Comunitaria e Pratiche Sociali
La Casbah è un "ambiente vivente dove risiedono quasi 50.000 persone". Case tradizionali, palazzi, hammam (bagni pubblici), moschee e souk sono ancora conservati. Donne e ragazze si riunivano negli hammam, sfuggendo alla reclusione tradizionale per chiacchierare e discutere di prospettive matrimoniali. La densa configurazione permette alle donne di vedere dall'esterno attraverso aperture in passaggi a volta senza essere avvistate, una pratica risalente all'epoca ottomana. La Casbah rimane "fiorente e vivace con la comunità" nonostante il degrado, con i cortili che ora sono luoghi dove i bambini giocano e le famiglie continuano a vivere nelle loro case centenarie.
La Casbah come Simbolo dell'Identità e della Coesistenza Algerina
È un "simbolo della cultura algerina, una fonte di ispirazione artistica e sede di un patrimonio artigianale ancestrale". La Casbah è descritta come un "deposito dell'identità algerina, testimone delle lotte coloniali, combattente per l'identità durante l'indipendenza". La sua armonia culturale ha anche svolto un ruolo cruciale nella Guerra d'Indipendenza Algerina, con le sue fondamenta culturali e sociali che hanno contribuito a uno spirito di autodeterminazione.
Mentre le strutture fisiche della Casbah affrontano un grave degrado, diverse fonti sottolineano la continuazione di "artigianato tradizionale, mercati vivaci e pratiche sociali". La descrizione della Casbah come un "ambiente vivente" dove "i residenti continuano a mantenere le tradizioni" e "gli artigiani mantengono vive le loro abilità" suggerisce che la sua vera "anima" risiede non solo nelle sue mura fatiscenti, ma nella sua vibrante e continua vita culturale. Il fatto che le donne si riuniscano ancora negli hammam e che i mercati rimangano centri sociali indica una potente continuità del patrimonio immateriale. Ciò implica un'importante comprensione per la conservazione: il restauro fisico da solo è insufficiente; la preservazione del tessuto culturale e sociale della Casbah è fondamentale per la sua vitalità e autenticità a lungo termine, rendendola una "struttura vivente, resiliente a secoli di civiltà".

La pianificazione urbana densa della Casbah e la chiara distinzione tra spazi pubblici e privati hanno favorito un senso unico di comunità. La "complessa rete di passaggi riflette il tradizionale design urbano islamico, promuovendo un senso di comunità e solidarietà tra i suoi abitanti". Questa non è solo una caratteristica architettonica, ma un meccanismo sociale. Durante la Guerra d'Indipendenza Algerina, questa intrinseca solidarietà comunitaria, facilitata dalla disposizione urbana, ha contribuito direttamente al suo ruolo di "epicentro della resistenza". L'esperienza condivisa di vivere in un ambiente così unico e spesso impegnativo, combinata con costumi e tradizioni comuni, ha rafforzato l'identità collettiva e la resistenza. Ciò dimostra un potente rapporto di causa ed effetto: la disposizione fisica e l'organizzazione sociale della Casbah hanno coltivato una resilienza collettiva che le ha permesso di diventare un simbolo dell'identità nazionale e una roccaforte contro il dominio coloniale.
V. La Casbah nella Letteratura e nel Cinema
Rappresentazioni Mitizzate e Visioni Orientaliste
La Casbah ha a lungo evocato "esotismo arabo e turbolenza politica". La sua immagine dal mare, ripetutamente descritta, disegnata, dipinta e fotografata, si è "incisa nell'immaginario collettivo" e, alimentata dal repertorio culturale orientalista sull'Islam, ha favorito la creazione di un "mito". La letteratura popolare spesso raffigurava Algeri come una "donna sensuale", una "vampira del Nord Africa", o con un "fascino femminile capriccioso" e un "grande sex appeal". Evocava mistero e le attrattive di pericoli sconosciuti, paragonati a scene "direttamente dalle Mille e una notte". Alcune visioni contrapponevano i "quartieri discretamente contemplativi della vecchia Algeri" alla "volgarità dell'Occidente", ritraendo la Casbah come un "sepolcro" dove un popolo "si estingue". Tali descrizioni perpetuarono un mito che "restringeva la città e la rimodellava secondo i paradigmi coloniali preferiti", astraendola dalla storia. Le prime rappresentazioni cinematografiche spesso "vilipendevano" la Casbah come "caotica e disorganizzata" in opposizione allo spazio raffinato dei colonizzatori. Scrittori hanno paragonato Algeri a una "sfinge", e la cittadella le conferisce l'aspetto di una "città ben custodita", valendole il soprannome arabo "El Djazaïr El Mahroussa" ("Algeri la Protetta").

La Casbah come "Spazio-Personaggio" in "La Battaglia di Algeri"
Il film di Gillo Pontecorvo del 1966, La Battaglia di Algeri, ritrae la città non solo come sfondo, ma come uno "spazio-personaggio". Il titolo stesso del film suggerisce "la battaglia di Algeri", implicando che la città stessa sia coinvolta nella disputa. Nel film, i personaggi cambiano lo spazio, e la città a sua volta plasma i personaggi, rendendo il successo meno una questione di possedere la città e più di "formarsi ed essere formati da quello spazio". Il film sfida le precedenti dicotomie coloniali, presentando la Casbah non come disorganizzata ma come un "chiaro centro di potere". Il FLN organizza la Casbah per dirigere il suo movimento di liberazione. Il film utilizza tecniche visive per privilegiare la prospettiva algerina, allineando lo sguardo dello spettatore con coloro che si nascondono nella Casbah, invertendo lo sguardo panoptico del colonizzatore. Descrive i tentativi francesi di "vestire" simbolicamente la Casbah con la loro uniforme, una rappresentazione metaforica del colonialismo volta a distruggere l'identità algerina, ma che paradossalmente sottolinea la minaccia del FLN. La Battaglia di Algeri fu iniziata da Casbah Film, la casa di produzione di Saadi Yacef, un leader del FLN. Ha un "aspetto e una sensazione da documentario" con "violenza sorprendente" e "vicoli labirintici della Casbah". Il film vinse il Leone d'Oro al Festival del Cinema di Venezia del 1966 e ricevette nomination agli Oscar, diventando un'opera cruciale e precoce nel cinema algerino. Fu accolto con entusiasmo nei circoli rivoluzionari a livello globale.
Rappresentazioni Letterarie e Poetiche
Scrittori e artisti hanno celebrato il "mistero, la tragedia e i ritmi della vita nella Casbah". Himoud Brahimi, "il poeta laureato del quartiere", scrisse: "Oh mia Casbah, Come posso dimenticare le battaglie nei tuoi vicoli, che ancora portano i fardelli della guerra?". È anche conosciuto come "Momo de la Casbah", un poeta sufi esoterico. I suoi testi e le sue parole sono evocati nei luoghi che spesso li hanno generati, da Saint-Germain alla Casbah, attraverso la nostalgia del narratore.
Le fonti rivelano un netto contrasto nel modo in cui la Casbah è rappresentata. Da un lato, la letteratura orientalista e i primi film la ritraggono come un'entità "esotizzata", "sensuale", "misteriosa" e "disorganizzata", spesso astratta "dalla storia". Questa narrazione serviva un'agenda coloniale, giustificando le incursioni francesi. D'altra parte, La Battaglia di Algeri si riappropria radicalmente della narrazione, ritraendo la Casbah come uno "spazio-personaggio" e un "chiaro centro di potere" per la liberazione algerina. Questo passaggio da uno sfondo passivo ed esotizzato a un protagonista attivo e strategico significa una decolonizzazione della sua immagine e una riaffermazione dell'agenzia algerina. L'"aspetto e la sensazione da documentario" del film radicano ulteriormente questa riappropriazione nel realismo, contrastando le precedenti rappresentazioni mitiche e pregiudizievoli. Ciò implica che la rappresentazione culturale è un campo di battaglia critico per l'identità e il potere, e l'evoluzione cinematografica della Casbah rispecchia il percorso dell'Algeria verso l'autodeterminazione e l'autorappresentazione.

La menzione di Himoud Brahimi, "il poeta laureato del quartiere" , e le sue evocative righe sui vicoli della Casbah che portano "i fardelli della guerra" evidenziano una profonda connessione tra lo spazio fisico e la memoria collettiva della lotta. Questo non è solo una rappresentazione artistica, ma un atto culturale di ricordo e affermazione dell'identità. Il fatto che sia descritto come un "poeta esoterico" e "iniziato sufi" suggerisce una dimensione più profonda e spirituale a questa connessione, dove la Casbah non è solo un luogo ma una fonte di profonda saggezza e ispirazione, anche nei suoi "anni bui". Ciò implica che, al di là del suo significato strategico e architettonico, la Casbah possiede una potente risonanza emotiva e spirituale per gli algerini, fungendo da archivio vivente della loro storia e una fonte continua di espressione artistica e culturale, rafforzando il suo ruolo di "deposito dell'identità algerina".
VI. Status di Patrimonio Mondiale UNESCO e Conservazione

Criteri di Iscrizione e Eccezionale Valore Universale
La Casbah è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1992. Soddisfa il Criterio (II) per la sua significativa influenza sull'architettura e l'urbanistica in Nord Africa, Andalusia e Africa subsahariana durante i secoli XVI e XVII, esemplificata dalle sue case uniche e dalla densa stratificazione urbana. Soddisfa il Criterio (v) come esempio eccezionale di insediamento umano tradizionale che rappresenta una profonda cultura musulmana mediterranea, una sintesi di numerose tradizioni, come evidenziato dalla sua cittadella, moschee, palazzi e struttura urbana tradizionale. La sua integrità e autenticità, per quanto riguarda forma, concezione, materiali e uso, sono state mantenute a partire dal 2009, con la sopravvivenza delle abilità architettoniche tradizionali.
Sfide all'Integrità e all'Autenticità: Fattori di Degrado
Nonostante il suo status UNESCO, la Casbah affronta un "grave deterioramento della sua integrità fisica" e "grandi sfide legate alla sua gestione, inclusa la sovrappopolazione". Gran parte della città vecchia è "caduta in rovina", descritta come una "baraccopoli squallida" con "lotti pieni di rifiuti e case piene di fessure che puzzano di fogna e spazzatura non raccolta". Solo 680 dei 1.200 edifici tradizionali dell'epoca ottomana sono considerati in buone condizioni. Una valutazione del 2022 ha rilevato che il 48% delle proprietà esaminate (1447 su 2032) era in "condizioni molto precarie".
I principali fattori di degrado includono:
Sovrappopolazione: La popolazione è salita da 30.000 nel 1958 a oltre 80.000, con fino a dieci famiglie che si ammassano in alcune abitazioni, esercitando "tensioni insopportabili" sulle case. Ciò porta a una "densificazione dell'occupazione" e a "frequenti cambiamenti della popolazione".
Mancanza di Manutenzione: La "mancanza di manutenzione delle abitazioni" porta a una maggiore "insalubrità".
Disastri Naturali: Terremoti, piogge torrenziali e inondazioni hanno eroso fondamenta e muri, spesso causando il crollo di più case insieme. Persistono rischi di incendi, frane e inondazioni.
Degrado delle Infrastrutture: Gli spazi pubblici e le infrastrutture (servizi igienico-sanitari, acqua, elettricità, gas) si stanno degradando, con il rischio di un "effetto domino" di crolli di edifici.
Perdita di Conoscenze Tradizionali: I cambiamenti nei modi di vita tradizionali e nei sistemi di conoscenza portano a una "perdita di tecniche di conservazione tradizionali".
Problemi di Governance e Gestione: La "mancanza di coordinamento delle azioni", un "piano di salvaguardia non operativo", la "molteplicità degli attori istituzionali" e la "complessa proprietà fondiaria" rendono difficili gli interventi pubblici di conservazione.
Marginalizzazione Socio-economica: Il degrado diffuso è sia una conseguenza che una causa dell'"impoverimento e della marginalizzazione del tessuto economico e sociale della Casbah". Il turismo non è una priorità governativa elevata.
Sforzi di Conservazione e Riabilitazione: Piani, Iniziative e Stakeholder

La Casbah è stata elencata come sito storico nazionale nel 1991 e designata come settore salvaguardato nel 2003.
Piano Permanente di Salvaguardia e Valorizzazione del Settore Salvaguardato (PPSMVSS): Adottato nel 2012, questo piano mira ad affrontare la conservazione e la valorizzazione. Attualmente è in fase di aggiornamento.
Misure di Emergenza: L'Agenzia Nazionale per i Settori Salvaguardati (ANSS) ha identificato 18 edifici particolarmente preoccupanti, con la Wilaya di Algeri che ha adottato misure di emergenza.
Valutazione e Monitoraggio: Una commissione congiunta (Wilaya e Ministero della Cultura) ha valutato il 71% delle proprietà, con il monitoraggio ripreso a metà 2022 dopo un rallentamento dovuto al COVID-19 e alle difficoltà economiche.
Lavori di Restauro: Sono in corso lavori su infrastrutture, restauro di numerose proprietà e manutenzione, sviluppo e valorizzazione, spesso attraverso la cooperazione intersettoriale.
Incontri di Esperti Internazionali: Un incontro internazionale di esperti sulla conservazione e rivitalizzazione si è tenuto nel 2018, parte del contributo dell'UNESCO all'Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDG 11.4). Questi incontri mirano a definire un approccio integrato e coordinato alla gestione, riabilitazione e rivitalizzazione socio-economica.
Coinvolgimento della Comunità: Sono in corso consultazioni con i residenti locali per aiutarli a intraprendere progetti di restauro e rivitalizzazione socio-economica/culturale. Eventi pubblici incoraggiano i proprietari privati e l'azione della società civile.
Dinamismo Positivo: Le recenti operazioni e attività hanno mostrato un "nuovo dinamismo patrimoniale molto positivo", con un impatto favorevole sullo stato di conservazione e sulla vitalità socio-economica della proprietà.
Sfide nell'Implementazione: Il meccanismo di coordinamento raccomandato nel 2018 non è ancora operativo, con priorità data agli interventi di emergenza. È riconosciuta la necessità di migliorare il coordinamento nazionale tra tutti gli stakeholder.
L'iscrizione della Casbah come sito del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1992 , sebbene significhi il suo riconoscimento globale e implichi un impegno per la sua conservazione, si trova in netto contrasto con il "grave deterioramento della sua integrità fisica" , con quasi la metà delle proprietà esaminate in "condizioni molto precarie" e la Casbah descritta come una "baraccopoli squallida". Questo paradosso evidenzia che lo status UNESCO da solo non è sufficiente per arrestare il degrado senza un'azione locale e nazionale robusta, sostenuta e ben coordinata. La "perdita delle tecniche di conservazione tradizionali" complica ulteriormente la situazione, indicando una rottura nel trasferimento intergenerazionale di conoscenze cruciali per il mantenimento di un tessuto urbano così unico. La conseguenza più ampia è che la conservazione del patrimonio, specialmente per i siti urbani viventi, richiede più di una semplice designazione legale; essa esige investimenti continui, strategie di gestione adattive e una valorizzazione sostenuta del patrimonio da parte della società.
Il degrado della Casbah non è esclusivamente un problema architettonico; è profondamente interconnesso con la "sovrappopolazione" , l'"impoverimento e la marginalizzazione del tessuto economico e sociale" , la "mancanza di manutenzione" e la "complessa proprietà fondiaria". L'esplicita affermazione nei rapporti UNESCO che gli attuali "interventi di emergenza" non definiscono una "strategia di pianificazione per risolvere i problemi di deterioramento diffuso e progressivo del tessuto urbano, che è sia una conseguenza che una causa dell'impoverimento e della marginalizzazione del tessuto economico e sociale" , indica una comprensione critica: la conservazione fisica non può avere successo isolatamente dal benessere e dalla vitalità economica dei suoi abitanti. L'enfasi sulla "rivitalizzazione delle sue strutture socio-economiche" e sul "coinvolgimento della comunità" negli sforzi di conservazione, insieme alla richiesta di affrontare le "sfide legali, fondiarie, urbane, sociali, economiche, gestionali, amministrative e abitative" , sottolinea che una conservazione efficace del patrimonio culturale negli ambienti urbani viventi deve adottare un approccio olistico e integrato che consideri lo sviluppo socio-economico, la governance e l'empowerment della comunità come componenti fondamentali della preservazione, in linea con concetti come l'approccio del Paesaggio Urbano Storico.
Questa analisi è preziosa perché organizza sistematicamente le complesse e molteplici sfide che la conservazione della Casbah deve affrontare, insieme agli sforzi in atto, consentendo . una comprensione chiara e immediata delle questioni critiche e delle risposte ad esse. Collegando i problemi alle soluzioni e notando il loro stato attuale, si evidenzia la natura continua della lotta per la conservazione e le aree in cui è necessaria una maggiore attenzione o un migliore coordinamento. Ciò contribuisce a sottolineare la complessità della gestione di un sito del patrimonio vivente e fornisce un quadro pratico per comprendere i progressi e gli ostacoli persistenti.
VII. Conclusione

La Casbah di Algeri si erge come un sito di immensa profondità storica, dalle sue origini puniche al suo ruolo di potente sede ottomana e crogiolo dell'indipendenza algerina. Il suo tessuto urbano unico, caratterizzato da vicoli labirintici, case con cortile e una chiara distinzione tra spazi pubblici e privati, è una testimonianza di design adattivo e di valori culturali profondamente radicati. Oltre alla sua forma fisica, la Casbah è un vibrante mosaico culturale, un deposito vivente di artigianato tradizionale, vita comunitaria e un potente simbolo dell'identità e della resilienza algerina, ispirando costantemente artisti e scrittori.
Nonostante il suo status di Patrimonio Mondiale dell'UNESCO e gli sforzi in corso, la Casbah affronta minacce critiche derivanti dal degrado fisico, dalla sovrappopolazione e dalle sfide socio-economiche. Il futuro della Casbah dipende da una strategia di conservazione completa, integrata e sostenibile che vada oltre il mero restauro fisico. Questa strategia deve affrontare le cause profonde del degrado, inclusa una migliore governance, il coordinamento degli stakeholder, la rivitalizzazione del suo tessuto socio-economico e l'empowerment delle sue comunità residenti. La Casbah offre preziose lezioni su come città e comunità si evolvono, si adattano e perdurano, fungendo da potenziale modello per il futuro sviluppo urbano sostenibile. La sua sopravvivenza dipende dalla protezione sia del suo patrimonio tangibile che immateriale.
(1) Il termine Ziride si riferisce a una dinastia berbera che ha avuto un ruolo significativo nella storia del Nord Africa e della Spagna islamica tra il X e il XII secolo.
Ecco alcuni punti chiave per capire cosa significa "Ziride":
Origini: Gli Ziridi erano una dinastia berbera della grande confederazione tribale dei Sanhaja, originaria della Cabilia (una regione montuosa dell'attuale Algeria).
Regno: Governarono l'Ifriqiya (un'area che corrisponde all'incirca all'attuale Tunisia e a parte dell'Algeria orientale). Inizialmente, lo fecero per conto della dinastia sciita dei Fatimidi.
Indipendenza: Nel 1049, gli Ziridi si resero indipendenti dai Fatimidi, spostandosi dalla loro fedeltà sciita al sunnismo, una mossa che portò a gravi conseguenze come l'invasione devastatrice degli Hilaliani.
Capitali: La loro capitale principale in Ifriqiya fu Kairouan (nell'attuale Tunisia), un importante centro culturale e religioso.
Ramo collaterale in Spagna: Un ramo collaterale degli Ziridi, guidato da Zawi ibn Ziri, si spostò nel sud della Spagna (al-Andalus) e fondò la Taifa di Granada nell'XI secolo, dopo la caduta del Califfato Omayyade di Cordova.
Fine del dominio: Il regno ziride in Ifriqiya fu conquistato dai Normanni di Sicilia verso la metà del XII secolo, mentre la Taifa di Granada cadde sotto il dominio degli Almoravidi.







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