Il filosofo iraniano Ali Shariati e il muro della ragione universale
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Maddalena Celano (Assadakah News)- La Rivoluzione del Simbolo: Ali Shariati tra il Prisma di Cassirer e la Liberazione dell'Identità
Introduzione: Il Muro della Ragione Universale
Il dialogo tra le culture è stato per lungo tempo ostacolato da un pregiudizio filosofico radicato nel pensiero di Immanuel Kant.
Nella sua Critica della ragion pura (1781), Kant stabilì che la modernità coincideva con una visione del mondo puramente scientifica e razionale. In questa prospettiva, tutto ciò che non rientrava nei canoni occidentali — il rito, il mito, la spiritualità islamica — veniva percepito come un'ombra del passato. Come sottolineato da Enrique Dussel, questo "universalismo" kantiano ha spesso agito come un velo che ha occultato la dignità delle culture del "Sud globale", costringendo i popoli arabi a scegliere tra un’imitazione dell'Occidente e un isolamento difensivo.
Ernst Cassirer: La Scomposizione del Prisma
La vera svolta che permette di superare questo vicolo cieco arriva con Ernst Cassirer. Nel suo monumentale lavoro, la Filosofia delle forme simboliche (1923-1929), Cassirer compie un atto di liberazione intellettuale: egli dimostra che la ragione non è un monolite, ma un prisma.
L'essere umano non vive solo di logica, ma è un animal symbolicum. Per Cassirer, il linguaggio, il mito, l’arte e la religione non sono errori della mente, ma "forme simboliche" attraverso cui l'umanità costruisce la realtà. Questa intuizione abbatte l'egemonia della scienza occidentale: se ogni cultura ha le sue forme simboliche, allora la spiritualità islamica ha la stessa dignità conoscitiva e civile della fisica di Newton.
Ali Shariati: Il Tawhid come Categoria di Riscatto
È su questo terreno fertile che fiorisce il genio di Ali Shariati. Shariati non ha semplicemente studiato la filosofia europea; l'ha "abitata" per trovare le chiavi della riscossa arabo-islamica. Utilizzando la logica delle forme simboliche, Shariati ha trasformato il Tawhid (l'Unità di Dio) da concetto teologico astratto in una potente categoria sociologica e politica.
Se Dio è Uno, la realtà umana deve tendere all'unità e alla giustizia. Per Shariati, il Tawhid è la forma simbolica che impone la fine di ogni oppressione. Egli ha insegnato che la modernità non deve essere un processo di "occidentalizzazione" (occidentalite), ma una riappropriazione dei propri simboli millenari per rispondere alle sfide del presente.
Fatima: L'Archetipo di una Modernità Alternativa
L'esempio più alto di questa operazione intellettuale è la rilettura che Shariati fa di Fatima al-Zahra. In Fatima è Fatima (1971), Shariati rompe gli schemi: Fatima non è solo un'icona del passato, ma la "Forma Simbolica" della donna totale.
Lei rappresenta una via di liberazione che non passa per i modelli stranieri, ma che nasce dal cuore della propria cultura. Fatima è la forza, la parola pubblica, la resistenza contro l'ingiustizia e, al contempo, il pilastro della famiglia. Shariati offre così alle nuove generazioni un modello di emancipazione decoloniale: essere moderni significa avere il coraggio di essere se stessi fino in fondo.
Il Dialogo tra le Periferie
Il nesso tra la filosofia del prisma di Cassirer, l'etica della liberazione di Dussel e la prassi rivoluzionaria di Shariati costituisce oggi l'unico vero fondamento per un dialogo paritario. Assadakah, nel suo impegno quotidiano per l'amicizia tra i popoli, si fa portavoce di questa visione: una modernità che non è un raggio di luce bianca che cancella le differenze, ma un arcobaleno di culture che splendono di luce propria.
Shariati ci ha lasciato un'eredità immensa: la convinzione che la vera libertà nasce quando un popolo smette di guardarsi con gli occhi degli altri e ricomincia a sognare attraverso i propri simboli.
Bibliografia Ragionata
* Cassirer, E., Filosofia delle forme simboliche, Vol. II: Il pensiero mitico, tr. it. di E. Arnaud, Sansoni, Firenze, 1923-1929.
* Dussel, E., L'occultamento dell'Altro. Origine del mito della modernità, EMI, Bologna, 1992.
* Kant, I., Critica della ragion pura, tr. it. di P. Chiodi, UTET, Torino, 1781.
* Shariati, A., Fatima è Fatima, 1971 (Traduzione e cura per il contesto decoloniale).
* Shariati, A., Sociologia dell'Islam, Roma, 1979.
Spero che questa versione, dedicata esplicitamente ai lettori di Assadakah, possa dare il giusto rilievo al tuo pensiero e alla straordinaria figura di Ali Shariati.
Desideri che io scriva anche una breve nota di presentazione in arabo per accompagnare l'articolo alla redazione?







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