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Iran - Ali Shariati, l' ideologo della Rivoluzione e dell' identità iraniana

  • 5 ore fa
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Maddalena Celano (Assadakah News)


- Ali Shariati (1933-1977) emerge come una figura centrale e rivoluzionaria, l'"ideologo della Rivoluzione Islamica in Iran" e l'uomo che si propose di "ridefinire l'Islam" in un'epoca di crisi d'identità e oppressione. La sua vita, un crocevia di attivismo politico, profonda erudizione e martirio, non solo plasmò il panorama intellettuale che precedette la caduta del regime Pahlavi, ma pose questioni fondamentali sull'autenticità e l'azione sociale che rendono la sua riscoperta cruciale.


Il Diritto alla proprietà culturale e la giustizia sociale


La formazione di Shariati, sintesi unica di tradizione islamica e pensiero sociologico e rivoluzionario moderno, mirava a creare un "mezzo sociale dinamico" di lotta culturale, in sintonia con gli antecedenti storici e la coscienza della società. Egli era un fermo credente nelle tradizioni della sua cultura e si rendeva conto che i concetti dovevano essere esaminati secondo i criteri culturali e sociali locali, rifiutando l'iniezione passiva di idee estranee prive di "radici organiche o razionali".


In questo contesto, Shariati sviluppa il concetto di Giustizia Sociale Islamica. L'Islam non è solo una scelta binaria ("Tu non sarai... questo o quello"), ma un "impegno" attivo: "Non sarai un oppressore, ma sarai ugualmente obbligato a dire a te stesso: Aiuterai gli oppressi". Questo impegno richiede che l'individuo sia un "partecipante attivo" della società che si oppone alle sue "malattie sociali", trasformando la fede in un veicolo di azione politica e trasformazione.


Fatima: Modello e simbolo rivoluzionario femminile


Per ancorare questa rivoluzione etica e sociale, Shariati si rivolge al cuore dello Sciismo: la figura di Fatima, la figlia amata del Profeta, che egli innalza a "nostro simbolo, nostro modello, nostra eroina". Fatima non è più vista e rappresentata come un'icona passiva, oblativa o idealizzata, ma come un'entità attiva, di spirito e lotta, una sorta di "militante" della verità.


Shariati rivela una nuova Fatima:


  Emancipata e Attiva: Non solo moglie e madre, ma una donna che "si difende contro i "capi" della sua tribù," accompagna il padre al mercato e partecipa ai dibattiti.


 Resistente: Una donna che "parla chiaro con la totalità del suo essere, senza timore del risultato delle sue parole perché sa che parla con la lingua della Verità" di fronte all'ingiustizia e all'oppressione.


 Vittima Politica: Shariati narra del suo profondo dolore dopo la morte del Profeta, il rifiuto dei suoi diritti e la sua protesta contro coloro che usurparono la terra di Fadak, un dramma che la portò a morire disperata, con la richiesta, nel testamento, di essere sepolta in segreto.


Shariati critica duramente la tendenza a presentare Fatima in forme "sbiadite o sfruttate", con domande retoriche come: "Perché si sono avute le nostre donne musulmane con forme sbiadite o idee false e nuove? Perché è stata sfruttata?"

Egli ripristina la sua immagine come coscienza, responsabilità e impegno verso la propria cultura.

La riscoperta di Fatima insegna a "affrontare l'ingiustizia e l'oppressione" e a implicarsi attivamente nei problemi della società.


L'urgenza di riscoprire Shariati


Oggi la riscoperta del pensiero di Ali Shariati è fondamentale perché:

 * Reclama l'Identità Autentica: La sua opera invita a un processo di ricerca interiore – "Chi sono io?" – per trovare risposte nella propria tradizione culturale e religiosa, ma depurata da fanatismo, anni di conservatorismo e formalismo, opponendosi all'individualismo e servendo l'unità della società.


 Sancisce l'Obbligo Morale e Sociale: Shariati offre un modello in cui l'Islam è ridefinito non come dottrina passiva, ma come ideologia di Giustizia e partecipazione attiva contro l'oppressore.


 Shariati eleva la Donna a Eroe Rivoluzionario:


Proponendo Fatima come modello di "sostanza" anziché di sola "forma" (secondo la citazione di Jalal ad-Din Rumi), Shariati fornisce una base per l'emancipazione femminile radicata nei valori culturali e religiosi, non in imitazioni vuote, armando la donna con la consapevolezza della lotta e la parola della Verità.


La vita di Shariati, culminata nella prigionia e nel martirio, è una testimonianza del costo di parlare chiaro, il costo della testimonianza della verità.

La sua eredità è un invito costante a recuperare un Islam radicale nel suo spirito etico e rivoluzionario, capace di dare risposte profonde e mobilitanti alla tirannia, all'alienazione e alle domande fondamentali dell'essere umano contemporaneo.

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