Iran - L' eredità dell' Imam Khomeini
- 4 giu
- Tempo di lettura: 5 min

Maddalena Celano (Assadakah News) - Un Grido di Libertà che Ancora Scuote l’Imperialismo
Oggi, 4 giugno, ricorre il trentaseiesimo anniversario della scomparsa dell’Imam Ruhollah Khomeini, guida rivoluzionaria, faro spirituale dei popoli oppressi e artefice della prima vera insurrezione popolare vittoriosa contro l’imperialismo nel cuore del Medio Oriente. La sua voce, il suo pensiero e la sua azione continuano a risuonare come un appello potente alla ribellione e alla costruzione di un ordine mondiale fondato sulla giustizia e sulla sovranità dei popoli.
Un Grido di Rivolta contro il Dominio
L’Imam Khomeini non fu solo un leader religioso né un semplice capo politico: fu il simbolo vivente di una sollevazione globale contro il colonialismo, l'imperialismo e ogni forma di asservimento culturale e spirituale. Il suo messaggio infranse i confini dell’Iran per diventare un grido universale contro l’oppressione, rivolto a tutti i popoli schiacciati dal tallone delle potenze occidentali e dalle élite corrotte al loro servizio.
La sua visione andava ben oltre la politica: era una chiamata alla disobbedienza contro l’egemonia imperialista, una rottura netta con l’ordine mondiale dominato da USA e NATO, una proposta alternativa fondata su indipendenza, dignità, giustizia sociale e spiritualità autentica.
La Rivoluzione che Scardinò l’Impero
La Rivoluzione Islamica del 1979, condotta dall’Imam Khomeini e dal popolo iraniano, fu molto più che un cambio di regime: fu un atto di guerra contro il dominio coloniale e neocoloniale, una scossa tellurica che ribaltò i giochi geopolitici internazionali. Per la prima volta nella storia moderna, un popolo insorto riuscì a cacciare un regime-fantoccio armato e finanziato dagli Stati Uniti, dimostrando al mondo che l’autodeterminazione non è un’utopia, ma un diritto da conquistare con la lotta.
Questa vittoria diventò un faro per le masse in lotta dall’America Latina alla Palestina, dall’Africa all’Asia. L’Imam divenne simbolo della possibilità concreta di abbattere l’imperialismo, coniugando spiritualità e prassi rivoluzionaria.

Contro Ogni Forma di Sottomissione
L’Imam Khomeini denunciò con chiarezza estrema il colonialismo in tutte le sue metamorfosi: militare, economico, culturale e psicologico. Non si accontentò di rivendicare l’indipendenza politica formale, ma pretese l’autosufficienza tecnologica, la sovranità economica e la liberazione culturale, come elementi indissolubili di un processo rivoluzionario autentico.
Rifiutò il modello capitalista occidentale, fondato sullo sfruttamento e sull’alienazione, proponendo un'alternativa radicata nei valori di giustizia, equità e solidarietà tra i popoli.
Progresso sì, ma Rivoluzionario
La sua opposizione all’arretratezza non fu mai una resa alla modernità occidentale, bensì un’accusa all’omologazione imposta dai centri del potere globale. Per l’Imam, vero progresso significava restituire centralità alle culture oppresse, rompere la dipendenza dai modelli occidentali e costruire un’economia di resistenza capace di sfidare l’ordine neoliberista.
Nel suo pensiero, le masse popolari non erano semplici destinatari di sviluppo, ma protagonisti di un nuovo paradigma, fondato sulla liberazione integrale dell’essere umano.
Un'Eredità che Incendia le Coscienze
A trentasei anni dalla sua scomparsa, il pensiero e l’azione dell’Imam Khomeini rappresentano ancora una minaccia per gli oppressori e una speranza per gli oppressi. Il suo appello alla ribellione e alla costruzione di un mondo multipolare, libero dalle catene dell’imperialismo e del capitalismo, resta un punto di riferimento imprescindibile per ogni movimento di liberazione autentica.
Dall'Iran rivoluzionario alla resistenza palestinese, dalle rivoluzioni bolivariane in America Latina alle comunità in lotta per la sovranità in Africa e Asia, la sua figura resta un vessillo sotto il quale marciare contro il sistema dominante.

La Lotta Continua
Ricordare l’Imam Khomeini oggi significa rilanciare la battaglia per un mondo libero da sfruttamento, sottomissione e menzogna. Il suo “grido alto” continua a rompere il silenzio complice dell’ordine globale e a risvegliare coscienze addormentate.
Non c’è libertà senza lotta. Non c’è giustizia senza resistenza. Non c’è indipendenza senza rottura radicale con i sistemi di dominio.
L’Imam Khomeini vive in ogni popolo che insorge, in ogni donna e uomo che rifiuta la schiavitù moderna, in ogni voce che osa sfidare l’Impero.
“La libertà non si mendica: si conquista. Con il sangue, con il pensiero, con la volontà.”
Il Testamento politico-spirituale dell’Imam Khomeyni, recentemente pubblicato in lingua italiana sul sito ufficiale dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia, rappresenta uno dei documenti più significativi del pensiero islamico contemporaneo. Redatto dal fondatore della Repubblica Islamica dell’Iran poco prima della sua scomparsa nel 1989, questo testo costituisce un lascito non solo religioso e spirituale, ma anche ideologico e politico per le future generazioni.
Il valore dei “due beni preziosi”
Il testamento si apre con una celebre tradizione del Profeta Muhammad (S): «Vi lascio due beni preziosi: il Libro di Dio e la mia Famiglia (Ahl al-Bayt). Se vi attaccherete ad essi non smarrirete mai la retta via». Questa dichiarazione introduce uno dei temi centrali del documento: la necessità per i credenti di seguire fedelmente il Corano e la guida morale degli Imam sciiti per evitare la corruzione, l’ingiustizia e la devianza spirituale.
Khomeyni denuncia come, nel corso della storia islamica, queste due fonti fondamentali siano state spesso trascurate o manipolate da poteri tirannici, interessati a mantenere il controllo sulle masse e a legittimare la propria autorità attraverso un uso strumentale della religione.
L’Islam come sistema completo
Nel testamento, l’Imam Khomeyni ribadisce una visione integrale dell’Islam, che non si limita alla sfera personale o liturgica, ma si estende alla politica, all’economia e alla giustizia sociale. Il messaggio è chiaro: l’Islam, se correttamente inteso e applicato, è in grado di offrire un’alternativa completa ai modelli materialisti, capitalisti o imperialisti dominanti. La Repubblica Islamica, secondo Khomeyni, è l’incarnazione concreta di questo progetto spirituale e sociale.
Non si tratta di un ritorno nostalgico al passato, bensì di una proposta radicalmente moderna, che mira a costruire una società fondata su valori di equità, solidarietà, resistenza all’oppressione e autonomia dai poteri coloniali e neocoloniali.
Un messaggio universale
Pur essendo profondamente radicato nella tradizione sciita, il testamento di Khomeyni contiene un messaggio che travalica i confini dell’Iran e del mondo musulmano. La sua critica all’imperialismo occidentale, alla decadenza morale delle società consumistiche e alla complicità di certi governi musulmani con le potenze dominanti parla direttamente a tutti i popoli oppressi del mondo.
Khomeyni esorta le nuove generazioni a mantenere alta la bandiera della rivoluzione, a preservare l’identità islamica e a non lasciarsi sedurre dalle lusinghe del materialismo. L’educazione, la spiritualità e l’impegno politico sono visti come strumenti complementari nella costruzione di un mondo più giusto.
Il Testamento politico-spirituale dell’Imam Khomeyni non è soltanto un documento testamentario, ma un vero e proprio manifesto per la lotta contro l’ingiustizia e per l’affermazione di un ordine etico universale ispirato al messaggio profetico. La sua pubblicazione in italiano rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire una voce lucida e coerente, spesso fraintesa o ignorata nel dibattito occidentale, ma capace ancora oggi di offrire spunti profondi sulla crisi morale e politica del mondo contemporaneo.








Commenti