Iran - Per la pace contro l' Ipocrisia nucleare dell' Occidente
- Maddalena Celano
- 1 giorno fa
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Maddalena Celano (Assadakah News) - «Se il problema sono le armi nucleari, sì, anche noi consideriamo questo tipo di arma inaccettabile»: con queste parole, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha riaffermato con chiarezza la posizione etica e coerente della Repubblica Islamica dell’Iran rispetto all’uso delle armi nucleari. Una posizione non nuova, ma che torna a farsi sentire con forza nel contesto attuale di tensioni e trattative con gli Stati Uniti.
Mentre il mondo occidentale, a parole, si dice contrario alla proliferazione nucleare, è proprio l’Occidente ad aver costruito e custodito i più pericolosi arsenali atomici della storia dell’umanità. Basti pensare agli Stati Uniti, gli unici ad aver mai usato armi nucleari in guerra, devastando Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Oppure al regime israeliano, che possiede decine di testate nucleari non dichiarate, ma si sottrae impunemente a qualsiasi forma di controllo internazionale.
L’Iran, invece, Paese sovrano, indipendente, fondatore di un modello islamico alternativo al neoliberismo occidentale, ha sempre affermato, con trasparenza, la propria opposizione alle armi di distruzione di massa. Non si tratta di una dichiarazione strategica, ma di un principio etico iscritto nella dottrina stessa della Repubblica Islamica. Il leader supremo, Ayatollah Ali Khamenei, ha più volte ribadito che la produzione e l'uso di armi nucleari è haram (proibito) secondo l’Islam.
Ciò che l’Iran rivendica è il diritto sovrano all’uso pacifico dell’energia nucleare, come previsto dal Trattato di Non Proliferazione (TNP), di cui è firmatario. L’arricchimento dell’uranio per scopi civili, medici ed energetici non è solo un diritto, ma una necessità per lo sviluppo indipendente del Paese. Eppure, gli Stati Uniti e l’Unione Europea – gli stessi che chiudono un occhio davanti al nucleare di Israele e vendono armi alle monarchie del Golfo – continuano ad accusare l’Iran, a imporre sanzioni unilaterali e a sabotare i negoziati.
L’Occidente ha paura. Non del nucleare iraniano, ma della capacità dell’Iran di essere un esempio di autodeterminazione, di costruire un modello alternativo che rifiuta la colonizzazione culturale, economica e militare. Hanno paura della sua influenza regionale, del suo sostegno alla Resistenza palestinese, alla Siria, al Libano. Hanno paura che la verità dell’Iran smascheri le bugie della "comunità internazionale" a guida statunitense.
Nel contesto attuale, in cui la guerra a Gaza e la brutalità dell’occupazione sionista hanno scosso le coscienze di tutto il mondo, è importante schierarsi. Schierarsi con la verità, con i popoli che resistono, con le nazioni che dicono NO all’imperialismo. L’Iran non è una minaccia per la pace, ma un baluardo contro l’unilateralismo e l’arroganza occidentale.
Le parole del ministro Araghchi sono un appello alla coerenza, alla giustizia, alla fine dell’ipocrisia. E sono anche un messaggio rivolto ai movimenti antimperialisti del mondo: non lasciamo l’Iran da solo. Difendere il suo diritto alla sovranità significa difendere la pace vera, quella fondata sull’equità, non sull’egemonia.
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