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Iran-Vaticano: l’Ambasciatore Mohammad Hossein Mokhtari difende il programma nucleare

  • 26 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 27 giu

 L’Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede, Mohammad Hossein Mokhtari
 L’Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede, Mohammad Hossein Mokhtari

Maddalena Celano (Assadakah) - Città del Vaticano, 26 giugno 2025 – In una recente intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, l’Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede, Mohammad Hossein Mokhtari , ha ribadito con fermezza la posizione di Teheran sul nucleare e ha liquidato come “questioni interne” le accuse relative a esecuzioni capitali e arresti politici. Il suo intervento, rilanciato anche dal profilo ufficiale X dell’Ambasciata iraniana in Vaticano, ha suscitato attenzione e reazioni contrastanti.

Nessuno può chiederci di non arricchire l’uranio,” ha dichiarato Mokhtari, sottolineando come l’Iran consideri l’arricchimento nucleare un diritto sovrano e legittimo nell’ambito del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP), a cui lo Stato iraniano aderisce formalmente. “Ogni nazione ha il diritto di sviluppare l’energia nucleare a fini pacifici,” ha aggiunto, rispondendo implicitamente alle pressioni statunitensi, europee e soprattutto israeliane.

Sul fronte dei diritti umani, l’ambasciatore ha evitato ogni ammissione di responsabilità. Le critiche per le condanne a morte e per la repressione delle proteste, come quelle seguite alla morte di Mahsa Amini nel 2022, sono state liquidate come “questioni interne” su cui, secondo Mokhtari, nessuno Stato estero ha il diritto di interferire.

L’intervista giunge in un momento particolarmente delicato. Le tensioni tra Israele e Iran sono nuovamente esplose in seguito a reciproche accuse e operazioni cibernetiche, e la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione il programma nucleare iraniano. L’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) ha recentemente denunciato un livello di arricchimento dell’uranio vicino al 60%, a un passo dalla soglia del 90% necessario per usi militari, pur non dimostrando esplicitamente che Teheran stia costruendo un’arma nucleare.

Il riferimento all’indipendenza nazionale e alla non-ingerenza negli affari interni richiama un principio cardine della diplomazia iraniana. Tuttavia, questa linea di autodifesa viene spesso criticata da organizzazioni internazionali per i gravi limiti alla libertà di espressione, all’associazionismo e alla tutela delle donne.

Dal punto di vista del Vaticano, i rapporti con l’Iran si mantengono cordiali e improntati alla reciproca comprensione. La Santa Sede ha storicamente valorizzato il dialogo con Teheran, riconoscendone il ruolo centrale nel mondo islamico sciita e apprezzandone l’apertura al confronto interreligioso nell’ambito di una diplomazia multilaterale. Sebbene alcune questioni interne all’Iran suscitino talvolta interrogativi in ambienti occidentali, la Santa Sede ha scelto una linea di riservatezza e rispetto della sovranità nazionale, privilegiando il dialogo silenzioso alla condanna pubblica.

L’intervento dell’ambasciatore Mohammad Hossein Mokhtari si inserisce quindi in un contesto più ampio, in cui l’Iran rivendica il diritto a un modello di sovranità culturale e giuridica distinto da quello occidentale, in un mondo sempre più multipolare. Più che uno scontro, si delinea un confronto tra visioni del mondo differenti, che attraversa non solo il Medio Oriente ma anche le dinamiche delle relazioni internazionali contemporanee.


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