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Napoli – Dal Libano l’Espressionismo di Viva Eid

Aggiornamento: 21 dic 2022

Talal Khrais (NNA Beirut) – La Fondazione Coins, presieduta da Vincenzo Palumbo, ha organizzato e patrocinato l’iniziativa culturale che ha portato nella propria sede di Napoli diversi artisti, fra cui la pittrice libanese Viva Pierre Eid, Fra gli invitati, Jeannette Daoud, per la Fondazione Coins in Medio Oriente, la pittrice Annalisa Esposito e l’artista espressionista Biagio Terminio.

Un Espressionismo estremamente invasivo e toccante, quello di Viva Eid, che con i suoi dipinti riesce a trasmettere le ferite fisiche e psicologiche della gente del Libano, ad esempio nell’istante in cui una esplosione cambia una vita. Dal conflitto del 1975 all’esplosione del porto di Beirut, una serie di vive immagini profondamente comunicative, che imprigionano e al tempo stesso fanno esplodere, a partire dal livello emozionale, i pochi secondi che possono cambiare il corso di una vita, e rimanere una ferita profonda che non guarisce.

Dalle parole della stessa Viva Eid: “Ringrazio Coins e il presidente Vincenzo Palumbo, e posso solo dire che faccio il possibile per portare la cultura e le condizioni del Libano alla conoscenza del mondo, comprese le condizioni della donna, che ha ancora tanto cammino da fare. La mia pittura vorrei servisse da stimolo per andare avanti, per non fermarsi malgrado le esperienze drammatiche che viviamo, compresa l’ultima tragedia dell’esplosione al porto di Beirut, che ha scosso non solo i palazzi, ma lo spirito dei libanesi, abituati a resistere e andare avanti. Abbiamo trasformato il nostro dolore, i segni dei bombardamenti sui muri, ancora oggi visibili, in arte, per dare uno stimolo alla rinascita.

I dipinti esprimono la profonda ferita psicologica che ogni distruzione lascia sulle diverse generazioni. Per essere un libanese, devi avere la capacità di sopportare le catastrofiche conseguenze psicologiche dopo ogni esplosione. Nella mostra, ho voluto comprendere una parte di dipinti sulla devastante esplosione del porto di Beirut, che non è altro che un'altra esplosione in un lungo elenco di tragedie di cui soffrono i libanesi".

Nell’incontro a margine della mostra, il noto giornalista Pasquale Porciello ha rivolto i ringraziamenti al Consolato del Libano di Napoli, alla Associazione Italia-Libano, e alla professoressa Jeannette Daoud, per altro docente di lingua araba a Perugia, oltre a Talal Khrais, corrispondente della NNA di Beirut, reporter di guerra e responsabile per le relazioni internazionali della associazione italo-araba Assadakah.

Nel contesto della mostra “Bellezza e Libertà”, i due artisti italiani Annalisa Esposito e Biagio Terminio, e la pittrice libanese Viva Eid, a evidenziare il collegamento culturale e storico fra Italia e Paese dei Cedri. Lo stesso Pasquale Porciello, da oltre dieci anni residente in Libano, ha sottolineato le affinità esistenti fra Libano e Italia, e le difficoltà che i libanesi stanno attraversando in questi ultimi anni, fra crisi economica, sociale, forse il momento più importante della storia recente, dopo la guerra civile dal 1975 al 1990. Nonostante questo, il Libano rimane un esempio di democrazia, un Paese che per sua natura accoglie culture e civiltà diverse, con i relativi pregi e problemi.

Il presidente della Fondazione Coins, Vincenzo Palumbo, ha dichiarato: “Come Coins, ci interessa da tempo il Libano. I libanesi sappiano che non sono soli, perché hanno tanti amici in Italia. Mi auguro di tornare presto il Libano, paese stupendo al centro dell’attenzione della nostra attività proprio come Coins, in quanto Consorzio per la Internazionalizzazione e lo Sviluppo, dedicato in particolare a due aree professionali, consulenza e alta formazione professionale, e progetti di cooperazione e sviluppo in Paesi esteri, in modo particolare in Medio Oriente. E tutto questo da oltre vent’anni, compresa la fornitura di progetti e supporto logistico per le piccole e medie imprese, e dispone anche di università che offrono lezioni tramite tecnologie video online. Abbiamo già realizzato campagne di cooperazione con il Libano e presentato al presidente Michel Aoun un libro incentrato sulla crisi economica e sociale in Libano, in occasione della sua recente visita in Italia. Ovviamente non trascuriamo l’aspetto culturale, e colgo occasione per ringraziare il professor Antonio La Passera, presidente della Fondazione Antonio Genovesi, con il suo essenziale contributo”.

La professoressa Jeannette Daoud ha poi dichiarato: “E’ un doppio piacere essere qui oggi, sia perché mi trovo con autentici amici nella sede Coins, sia perché con me c’è mia nipote Eid, che ha portato la sua testimonianza diretta, vissuta sulla propria pelle, in quanto ha perso il papà per il covid. Inoltre, ben sappiamo che i rapporti che legano Libano e Italia risalgono all’inizio dei tempi, delle prime civiltà mediterranee, e poi con il Granducato di Toscana, e via via poi con i rapporti commerciali, fino agli interventi durante le guerre che hanno afflitto il Libano, dove il contingente italiano è sempre stato in prima linea, come lo è ancora oggi, per il mantenimento della pace, della sicurezza e della cooperazione”.

Nel suo intervento Talal Khrais ha evidenziato il rapporto fra il tema della mostra, bellezza e libertà, e le caratteristiche del Libano e dei libanesi, nonché del Medio Oriente, e soprattutto come può un occidentale capire il Libano e la sua cultura. “Vivo e lavoro a Roma, ma Napoli è un punto di riferimento per me. Qui mi sono laureato, e ho anche preso parte alle lotte universitarie, ho partecipato alla mobilitazione per il terremoto del 1980, e mi ricordo ancora l’amico Maurizio, che mi ha ospitato. Essere qui a Napoli per me è davvero una profonda emozione. Altrettanto emozionante è l’avere qui la connazionale Viva Eid, a testimoniare il legame storico che unisce Italia e Libano, che non ci fa sentire soli. Due popoli con un solo cuore. Con la differenza che il Libano si trova in Medio Oriente, che in ogni caso è il centro del mondo, o una delle zone comunque più sensibili del mondo, con milioni di profughi fra palestinesi, siriani e altri ancora, si una popolazione di soli quattro milioni di libanesi, ma siamo riusciti ad andare avanti e andiamo avanti. Per non parlare delle guerre con Israele, con la Siria, e altro ancora con Hezbollah e la guerra civile. Ma questi sono motivi politici, mentre il vero volto della gente, lo si vede nelle opere di Viva Eid, e nella divulgazione della cultura, perché oggi solo la cultura può vincere le guerre, perché è l’unica vera arma a disposizione della gente. I nostri artisti sono famosi in tutto il mondo perché portano la cultura e la cooperazione in ogni angolo del globo. Il rapporto con la cultura è vitale, e lo sarà sempre. E Napoli in questo è sempre stata in prima linea”.

Annalisa Esposito, una degli artisti della mostra, nata a San Giorgio a Cremano, ha sturiato al liceo artistico con specializzazione in scenografia, poi all’Accademia delle Belle Arti. Annalisa ha avuto una sorta di risveglio artistico con la pandemia. Nei suoi quadri vi è la quasi costante presenza de Vesuvio, che vedeva dalle finestre di casa durante il forzato isolamento. In questa occasione è nato il desiderio di esprimere libertà. Biagio Terminio, nativo di Potenza, “informatico prestato all’arte”, o se vogliamo “artista prestato all’informatica”, così si è espresso: “Tutto nasce in un momento difficile della mia esistenza. Un momento buio. Secondo la filosofia di vita che ho adottato, mi sono imposto di trovare la crepa nel buio che mi riportasse alla luce. Questo era la pittura, e il colore che ho voluto dare a questa strada. Pennellate di colore, come vorrei che alla fine la mia vita fosse un bel quadro…per lo meno che piaccia a me, visto che non ho certo la pretesa di piacere a tutti...”.

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