Qatar - Biennale Architettura: un Inno all'Ospitalità del Menasa
- Patrizia Boi
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Patrizia Boi - Venezia, 7 maggio - Il Padiglione del Qatar si appresta a illuminare la 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (10 maggio - 23 novembre 2025) con una mostra dal titolo evocativo: «Beyti Beytak. My Home is Your Home. La mia casa è la tua casa». Un'indagine affascinante sulle molteplici sfaccettature dell'ospitalità, così come si manifestano nell'architettura e nei paesaggi urbani della vasta e variegata regione Menasa (Medio Oriente, Nord Africa e Asia Meridionale).
L'esposizione, curata con passione da Qatar Museums e organizzata dal futuro Art Mill Museum, non si limita a esporre manufatti, ma intesse un dialogo vibrante tra le risposte che l'architettura moderna e contemporanea offrono alle esigenze delle comunità, reinterpretando con sensibilità il profondo senso di appartenenza che lega l'uomo al proprio spazio vitale.
Nei suggestivi Giardini della Biennale, un'installazione catturerà lo sguardo e l'immaginazione: il Community Centre (2024) dell'architetta pakistana Yasmeen Lari. Questa struttura temporanea in bambù, un materiale tanto umile quanto versatile, incarna la filosofia umanitaria, sociale, culturale e architettonica di Lari. Le tecniche costruttive impiegate affondano le radici nell'instancabile lavoro di soccorso della Heritage Foundation of Pakistan, co-fondata dalla stessa Lari nel 1980.

Un'organizzazione che continua a costruire rifugi e villaggi per coloro che hanno subito le tragiche conseguenze di terremoti e inondazioni in Pakistan. Il design del Community Centre, con la sua accogliente veranda e la cupola sormontata da un tetto di fronde di palma, celebra l'adattabilità del bambù, elemento costruttivo primario dell'intero centro. Durante la Biennale, questo spazio si animerà con eventi dedicati alle tradizioni ospitali del Qatar, offrendo ai visitatori un'esperienza sensoriale autentica attraverso il rito del caffè e dei datteri.
Parallelamente, negli eleganti spazi di Acp-Palazzo Franchetti, la mostra dispiegherà un ricco panorama del lavoro di oltre trenta architetti, molti dei quali faranno il loro debutto in Laguna. Un viaggio attraverso tre generazioni di progettisti che hanno plasmato il volto della regione Menasa, svelato attraverso disegni, fotografie, modelli e un prezioso corpus di documenti d'archivio.
«Beyti Beytak» esplorerà temi interconnessi come comunità e appartenenza, declinati in sezioni dedicate alla rivisitazione dell'oasi, all'evoluzione dell'alloggio urbano, al ruolo vitale dei centri comunitari, alla spiritualità delle moschee, alla funzione evocativa dei musei e alla serenità dei giardini. Un focus speciale sarà dedicato all'architettura e all'urbanistica di Doha, con un omaggio al restauro delle antiche porte della città, un progetto curato con dedizione dall'Aga Khan Trust for Culture.
Ma il cuore pulsante di «Beyti Beytak» risiede nel dialogo che si instaura tra i pionieri dell'architettura moderna e i talenti contemporanei. Tra i maestri del passato che illumineranno la mostra con la loro visione innovativa spiccano nomi del calibro di Raj Rewal (India), Nayyar Ali Dada (Pakistan), Abdel-Wahed El-Wakil (Egitto) e la pioniera Minnette de Silva (Sri Lanka).
Le loro opere saranno esposte accanto alle creazioni di una stimolante costellazione di designer e architetti contemporanei, tra cui Marina Tabassum e Nabil Haque (Bangladesh), Sameep Padora e Vāstu Shilpā Sangath (India), DAAZ Studio (Iran), Abeer Seikaly (Giordania), Sumaya Dabbagh (Arabia Saudita), la visionaria Elizabeth Diller (USA), Dima Srouji (Palestina/Regno Unito), Meriem Chabani (Algeria) con New South (Francia) e molti altri interpreti sensibili del nostro tempo.

L'esposizione renderà inoltre un sentito omaggio all'eredità intellettuale dell'architetto e urbanista egiziano Hassan Fathy, il cui lavoro pionieristico ha saputo coniugare l'impegno sociale con un profondo rispetto per le forme, le tecniche e i materiali vernacolari, lasciando un'impronta indelebile nel pensiero architettonico globale.
La curatela di questo ambizioso progetto è affidata all'occhio esperto di Aurélien Lemonier, curatore di Architettura, Design e Giardini dell'Art Mill Museum, e alla profonda conoscenza accademica di Sean Anderson, professore associato presso la Cornell University, con la preziosa collaborazione di Virgile Alexandre. L'allestimento, pensato per creare una sinergia tra l'atmosfera storica di Palazzo Franchetti e le opere esposte, porta la firma creativa del duo di architetti Cookies (Federico Martelli e Clément Périssé).

Aurélien Lemonier ha così espresso la genesi e la visione di «Beyti Beytak»:
«Concepito come un'istituzione multidisciplinare dedicata all'arte in tutte le sue forme dal 1850, il futuro Art Mill Museum comprenderà architettura, design e architettura del paesaggio come elementi centrali delle proprie collezioni e della programmazione. Beyti Beytak testimonia la ricchezza del patrimonio architettonico della regione Menasa e mette in evidenza l'eterogeneità e la creatività dei designer e degli architetti del mondo arabo e dei paesi del Sud globale».

Sean Anderson ha aggiunto una riflessione sul cuore tematico della mostra:
«Comunità e appartenenza sono espressioni che definiscono l'ospitalità nel mondo di oggi. Mentre assistiamo alle trasformazioni del pianeta, rispecchiate nell'impulso della tecnologia verso un futuro al tempo stesso più collettivo ma frammentato, 'Beyti Beytak' rappresenta il modo in cui architetti e designer hanno immaginato come ci riuniamo, i luoghi dove riflettiamo, e cosa proviamo con e per gli altri».
L'allestimento a Palazzo Franchetti si configura come un vero e proprio dialogo tra l'eleganza storica dell'edificio e le installazioni contemporanee, creando nuove prospettive e differenti scale di fruizione che riflettono il processo creativo intrinseco al lavoro degli architetti in mostra. Strutture appositamente progettate connetteranno la narrazione espositiva con il contesto architettonico del Palazzo, presentando in modo dinamico e interattivo i progetti visionari dei protagonisti di «Beyti Beytak».
Il Community Centre (2024) di Yasmeen Lari, fulcro dell'installazione nei Giardini, è stato commissionato dal futuro Art Mill Museum e ha recentemente fatto la sua comparsa al National Museum of Qatar nell'ambito della mostra «Manzar: Arte e architettura dal Pakistan degli anni '40 a oggi».

A garanzia della profondità e della rigorosità scientifica del progetto, il comitato scientifico di «Beyti Beytak» annovera figure di spicco del panorama culturale e architettonico internazionale: Catherine Grenier, Ibrahim Jaidah, la stessa Yasmeen Lari, Hafid Rakem e Raj Rewal. L'attesa cresce per i futuri annunci riguardanti la costruzione del padiglione permanente del Qatar nei Giardini della Biennale, inclusi il nome dell'architetto incaricato e le tempistiche del progetto, un segno tangibile dell'impegno duraturo del Qatar nel dialogo architettonico globale.
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