Un'Anima Svelata: L'Oman incanta Roma a Palazzo Grazioli
- 13 set
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Aggiornamento: 16 set

Roma, 12 settembre 2025 – La sala di Palazzo Grazioli era uno scrigno di cultura e diplomazia, e ogni poltrona è stata occupata da un pubblico d’eccezione. Oltre 120 persone, tra cui una notevole rappresentanza del mondo diplomatico, hanno assistito all'evento «Oman, un Viaggio nell'Anima di un Sultanato: Bellezza, Tradizioni e Talenti per Avvicinare le Culture», organizzato dall'Associazione di amicizia italo-araba Assadakah.
L'evento ha offerto una prospettiva inedita su questo affascinante paese, dove la tradizione e la modernità si intrecciano in un'armonia unica, sotto la guida illuminata del Sultano. L'Oman, Stato arabo situato nella parte orientale della penisola arabica, si distingue per i suoi paesaggi di straordinaria bellezza, che spaziano dai deserti alle montagne, dalle coste cristalline alle oasi lussureggianti. Un'architettura che rifugge l'eccessiva verticalità, una fauna marina suggestiva e una società multiculturale completano il quadro di un paese che affascina per la sua autenticità.

Il primo momento saliente dell'incontro è stato un video, curato dal giornalista Mohamed Yossef, che ha introdotto l'intervista all'Ambasciatore omanita S.A. Sayyid Nazar Aljulanda Majid Al-Said, Ambasciatore del Sultanato dell’Oman a Roma. La sua voce, pacata e autorevole, ha tracciato un ponte tra passato e futuro, unendo la storia di due nazioni in un affresco di relazioni. L'ambasciatore ha esordito ricordando:
«Le relazioni diplomatiche con l’Italia sono iniziate nell’era moderna, nel 1972, con la successiva apertura dell’Ambasciata dell’Oman in Italia nel 1974».
Un legame che si è rafforzato, espandendosi dal settore culturale e archeologico a quello del turismo, militare e digitale.
Con un sorriso di soddisfazione, l'Ambasciatore ha proseguito:
«Siamo lieti che l’interscambio commerciale tra il Sultanato e l’Italia sia aumentato in modo significativo negli anni tra il 2024 e il 2025».
Una crescita che si traduce in una cifra considerevole, 750 milioni di euro, con l'ambizione di raddoppiarla. Questo successo è il frutto di una stretta collaborazione tra le ambasciate dei due Paesi, che hanno saputo definire accordi legali solidi a beneficio del settore privato e governativo.
La saggezza della politica omanita e la voce delle donne

Gli interventi successivi hanno messo in risalto la prospettiva femminile e il ruolo fondamentale della cultura come ponte tra i popoli. A prendere la parola sono state S.E. Enas Sayed Makkawi, capo della missione della Lega degli Stati Arabi a Roma e S.E. Asmahan Abdul Hamid Al Toqi, Decano degli Ambasciatori e Ambasciatrice della Repubblica dello Yemen presso la Repubblica Italiana.
L'ambasciatrice Al Toqi ha sottolineato il ruolo cruciale dell'Oman come «ponte per la comunicazione culturale tra i popoli», descrivendo come la sua identità sia stata forgiata da mare, deserto e montagna, elementi che hanno reso il paese un crocevia di civiltà. Quello che colpisce subito, ha continuato, è la saggezza di questo paese. Ha definito l'Oman una «voce per la saggezza», sottolineando l'importanza che il Sultanato dà all'unità e all'integrità, guardando sempre alla collettività e al benessere della propria popolazione, mettendo da parte gli interessi personali. L'Oman rifiuta qualsiasi tipo di estremismo in favore del dialogo e della convivenza, e dimostra la propria capacità di concentrarsi sul "silenzio e sulla parola", pesando così ogni relazione interna ed esterna e facendo completo affidamento ed investimento sull’uomo e sul benessere dello stesso, lanciando dei veri e propri messaggi di pace.
Anche l'ambasciatrice Makkawi ha rafforzato questo concetto, mettendo in luce una saggezza che non si limita ai confini nazionali, ma si estende nelle relazioni con i propri vicini di casa. Ha utilizzato una frase che ricorda il nostro detto "tra i due litiganti il terzo gode", intendendo l'Oman come quel terzo che gode della saggezza che gli permette di entrare in qualsiasi situazione per portare pace, tolleranza ed equilibrio. Tornando sul tema principale, ha ricordato il posto di spicco che il Sultanato occupa tra i paesi del Consiglio del Golfo. Infine, ha sottolineato come l'Oman sia un sostenitore di tutte le cause del mondo arabo, in particolare quella palestinese, rimanendo fermo sulla posizione della giustizia e, ancora una volta, sul concetto di fratellanza e apertura, fondamentali per questo paese.
Le due diplomatiche hanno anche fatto riferimento alla diversità culturale dell'Oman, un tesoro che arricchisce il Sultanato, rendendolo un crocevia di tradizioni e influenze. Hanno parlato di una popolazione in maggioranza di origine araba, ma con significative minoranze baluci e africane, e di una ricchezza linguistica che include l'arabo, il balochi, l'urdu e l'inglese.
Patrizia Boi, l'affabulatrice che naviga tra le stelle

Il momento poetico dell'evento è stato l'intervento di Patrizia Boi, scrittrice e ingegnere, Autrice insieme ad Anita Guidi della Rubrica Culturale «Oman, un Viaggio nell'Anima di un Sultanato, Bellezza, Tradizioni e Talenti per Avvicinare le Culture». La Boi ha spiegato come nel panorama mediatico odierno, i Paesi arabi siano spesso associati a immagini di conflitto, tensioni geopolitiche e dibattiti sull'energia. Una narrazione che, sebbene non priva di fondamento in alcune realtà regionali, rischia di oscurare la ricchezza inestimabile di culture millenarie, di tradizioni vibranti e di talenti che meritano di essere conosciuti e celebrati.
Questa rubrica, ora trasformata in un libro, nasce proprio dalla profonda convinzione che la bellezza sia un linguaggio universale, capace di unire animi e di gettare ponti tra culture apparentemente distanti. L'Oman, un Sultanato che incarna un equilibrio unico tra modernità e rispetto per le sue radici profonde, si è rivelato il terreno fertile per questa esplorazione.
Il viaggio proposto dalla Boi, ha l’obiettivo di svelare un Oman diverso, quello delle sue meraviglie naturali – dalle maestose montagne ai deserti dorati, fino alle coste baciate dal mare – delle sue affascinanti tradizioni, dell'eleganza dei suoi costumi e dell'ingegno dei suoi artisti e innovatori. Ogni capitolo è un tassello di un mosaico che compone un'immagine più autentica e luminosa di questo straordinario Paese.

L’Oman è in particolare molto legato al concetto di «sabhah», il luogo di ritrovo comunitario che simboleggia l'ospitalità omanita, una traccia culturale che il governo omanita ha portato in mostra alla biennale di architettura omanita di Venezia attraverso la curatrice della mostra Majeda Alhinai.
La Boi ha approfondito il significato della sabhah, descrivendola non come una semplice struttura, ma come un luogo di ritrovo comunitario, aperto o semi-aperto, dove le persone si incontrano per conversare, celebrare e prendere decisioni. Questo spazio, tradizionalmente costruito con materiali locali come pietra, argilla, legno di palma e fronde, incarna l'essenza dell'ospitalità omanita e promuove il dialogo e la coesione sociale.
Attraverso la fiaba «Il Porto delle Stelle di Sur e il Dhow tra le Stelle»la Boi ha toccato temi universali come il sogno, la determinazione e la profonda connessione tra uomo e natura. Ha parlato dell'identità omanita, raccontata attraverso elementi iconici come i dhow di Sur, il deserto di Wahiba Sands e l'incenso di Dhofar. Con il suo racconto, ha invitato il pubblico a scoprire un Oman che va oltre i luoghi comuni, un paese dove la storia si intreccia con una visione lungimirante, orientata alla stabilità e alla prosperità, incarnata nella Visione Oman 2040.
L'immagine di un dhow capace di navigare tra le stelle rappresenta la capacità di trasformazione interiore dell'eroe nel suo viaggio. Questa metafora insegna che anche ciò che sembra impossibile può diventare reale, spingendoci a sperare e a osare anziché desistere di fronte a un obiettivo. Un messaggio di speranza che si traduce nella possibilità di realizzare anche il sogno più grande: la pace tra i popoli.

L'evento si è concluso con due gesti simbolici: l'Associazione Assadakah ha donato una targa con il simbolo dell'amicizia all'ambasciatore dell'Oman, mentre Patrizia Boi ha regalato una copia dei suoi libri, editi dalla Casa Editrice dei Merangoli, ai tre ambasciatori presenti. Questo ha suggellato il legame indissolubile tra cultura e diplomazia.

I protagonisti dell'evento

L'importanza dell'incontro è stata sottolineata dalla presenza di un'ampia platea di diplomatici e figure di spicco del mondo della cultura. Tra i membri del corpo diplomatico erano presenti l'Ambasciatore del Kuwait in Italia S.E. Nasser Sanhat Alqahtani. S.E. Mohamed Khelifi, Ambasciatore della Repubblica Algerina Democratica e Popolare in Italia, S.E. Vladimir Karapetyan, Ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia, lo Issa Kassissieh, Ambasciatore dello Stato di Palestina presso la Santa Sede, l'Ambasciatrice del Marocco presso la Santa Sede, S.E. Rajae Naji El Mekkaoui, insieme al Ministro Consigliere Sanaa Kourkmadi.
La lista dei presenti ha visto inoltre la partecipazione d, Nidal Talal Mohammad Al Sharairi, vice capo missione della Giordania, e Noora Al Najjar, Consigliere dell'Ambasciata del Qatar. A rappresentare il Libano erano presenti Toufic Matta, Incaricato d'Affari, e Mary Fahim e Norma Abdo per le relazioni e gli affari ambientali presso la Santa Sede. L'evento ha accolto anche Talal Faisal Yaqoob Al Hamar, Vice Ambasciatore del Bahrain, e Mohamed Talba, Primo Consigliere presso l'Ambasciata della Mauritania, la Preside della Scuola dell'Ambasciata Libica Aghela Najat.
La cultura e l'arte erano degnamente rappresentate dal Dottor Seyed Majid Emami, Direttore dell'Istituto culturale della Repubblica Islamica dell'Iran, dalla Avv. Eileen Muriel Tasca, responsabile della casa di produzione cinematografica Alien Films, dallo stilista palestinese Jamal Taslaq e la sua casa di moda La Nuova Maison, e dadiversi editori e giornalisti tra cui Claudia Bisceglia, editore della Casa Editrice dei Merangoli, e Livia Bidoli, editore di Gothic Network. Erano presenti diversi membri di Associazioni come Carlo Palumbo, Vicepresidente di WAI e Carlos Hadzovic, Presidente della Associazione Romanì “Amal” che, come Assadakah, significa “Amicizia”, stavolta in lingua romanì.
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