Algeria ponte tra Oriente e Occidente
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Maddalena Celano (Assadakah News) - Roma, 13 novembre 2025 – Si è svolto oggi, alle ore 17 nella Sala “Di Liegro” di Palazzo Valentini, l’incontro “Sant’Agostino unisce l’Italia all’Algeria – Due popoli per la pace”, promosso dall’Associazione Internazionale di Amicizia Italo-Araba Assadakah, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Algeria, in collaborazione con Welcome Association Italy e la Nobile Accademia Leonina.

L’evento, introdotto dal giornalista Talal Khrais, ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, diplomatici e religiosi. Particolarmente significativo il lungo intervento di S.E. Mohamed Khlefii, Ambasciatore della Repubblica Algerina Democratica e Popolare, che ha approfondito i principali passaggi storici, culturali e sociologici dell’identità algerina, soffermandosi sulla memoria della lotta anticoloniale, sul ruolo dei martiri della liberazione e sulla capacità dell’Algeria di trasformare il dolore storico in una cultura della dignità e della rinascita. L’Ambasciatore ha inoltre richiamato i profondi legami storici tra Italia e Algeria e la figura di Sant’Agostino come riferimento comune e ponte mediterraneo tra le due sponde.
Sono intervenuti anche S.E. Inas Mekkawy, delegata della Lega degli Stati Arabi in Italia, e Monsignor Abdo Raad, fondatore di Annas Linnas, che hanno richiamato il valore del dialogo interreligioso, della cooperazione civile e della memoria condivisa nel Mediterraneo. «Sant’Agostino è figlio dell’Algeria e padre del pensiero cristiano occidentale» – ha ricordato Mons. Raad – «un simbolo di continuità tra Africa ed Europa».
Silvana Brusamolino, scrittrice ed esperta guida specializzata in Medio Oriente, che ha condiviso il suo viaggio sulle orme di Sant'Agostino in Algeria.
✨ Appello per la Pace
L'evento ha proposto un forte e condiviso appello alla cooperazione culturale e alla necessità di costruire un Mediterraneo inteso non come linea di separazione, ma come un autentico spazio comune di incontro e collaborazione, un'eredità lasciata proprio dalla vita e dal pensiero di Sant'Agostino. La sua storia, che ha attraversato il mare tra l'antica Numidia e Roma, rimane oggi un faro per il dialogo e la comprensione reciproca tra popoli.
La rubrica culturale
Nel corso dell’incontro è stata presentata la rubrica culturale “Algeria, un Paese da scoprire”, a cura di Patrizia Boi, Roberto Roggero e Maddalena Celano, dedicata alla valorizzazione della storia, della poesia e delle tradizioni algerine.

Maddalena Celano, autrice del presente articolo, ha proposto un intervento dedicato alla dimensione poetica e musicale dell’identità algerina, leggendo due opere emblematiche.
Ha aperto con il testo “La pace sia con te, terra dei miei antenati”, che celebra il legame profondo con la terra natale:
«La pace sia con te, terra dei miei avi,
Poiché in te il mio soggiorno fu soave e il mio canto melodioso.
Ho amato in te le riunioni serali e la gioia della cerchia.
Ho amato il chiaro di luna e la dolce stella,
E la notte che si faceva oscura, e il fiume, e la valle,
E l’alba quando si spandeva nella terra dei miei avi.
Adoro le sorgenti color miele, adoro i loro ruscelli,
Adoro le nevi delle montagne, le loro perle disciolte.
Questi sono i canali della speranza, gloria a Colui che li ha fatti fluire!
Scorrevano come lacrime dagli occhi nella terra dei miei avi.
O popolo, questa è la patria, la mia anima la invoca;
Quindi curate le ferite della sua gente nei momenti difficili.
Se l’abbandonate, chi la proteggerà nei momenti di crisi?
Com’è dolce dimorare nella terra dei miei avi!»
Ha poi presentato il celebre canto patriottico “Il mio Paese è un Patrimonio” (Biladi Amana), dedicato ai martiri della Guerra di Liberazione:
«Il mio Paese è un Patrimonio, un dono dei nostri antenati,
Una storia di lotta incisa nell’eternità.
Il suo passato è scritto dal fuoco della polvere da sparo,
La sua arma è la sua gioventù, tutta fatta di leoni.
Novembre racconta una storia di lotta,
Per l’indipendenza abbiamo imbracciato le armi.
Con i sacrifici, curiamo le ferite,
Viva l’Algeria, e che la gioia duri!
I rivoluzionari del mio Paese erano eroi,
Hanno liberato l’Algeria dal colonialismo.
E oggi i suoi figli, tornati liberi,
Costruiscono l’Algeria, e attraverso di loro prospererà.
Yendah o Qardas, Allahu Akbar.
Amirouche, Si Lahouas, Si Lakhdar…
O mio caro Paese, che Dio ti protegga dal male dei nemici,
E che la pace e la sicurezza permangano sulla tua terra.
Viva l’Algeria, il paradiso delle patrie.»
L’evento si è concluso con un appello condiviso alla cooperazione culturale e alla costruzione di un Mediterraneo concepito non come linea di separazione, ma come spazio comune.







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