Speciale Lega Araba - Il rapporto con l’Unione per il Mediterraneo
- 13 ott
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Roberto Roggero* - In occasione degli 80 anni della fondazione della Lega degli Stati Arabi, Assadakah News dedica una rubrica alla prestigiosa storia di questa organizzazione, sempre in prima linea per la cultura della pace, della cooperazione e della convivenza, e soprattutto in supporto delle popolazioni delle zone di crisi, oggi specialmente nella regione mediorientale, nella Striscia di Gaza, Cisgiordania, Sudan, Siria, Yemen, e dovunque, nel mondo arabo, sia in atto instabilità e crisi umanitaria.

Con lo scopo di diffondere e divulgare la cultura della pace, la Lega Araba ha un rapporto particolare con la cosiddetta UpM, Unione per il Mediterraneo, della quale fanno parte, oltre che i Paesi membri della UE, anche i Paesi arabi dell’Africa mediterranea o che vi si affacciano, ovvero Mauritania, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia come Paese osservatore, Egitto, Giordania, Libano, Israele, Palestina, Siria, Turchia.
In sostanza, la UpM è un’organizzazione di 43 Stati, fondata il 13 luglio 2008 in occasione del vertice di Parigi per il Mediterraneo, con l'obiettivo di rafforzare il partenariato euromediterraneo (Euromed) istituito nel 1995 come processo di Barcellona. La sede si trova a Barcellona.
Gli obiettivi della Lega Araba si uniscono quindi con l’Unione per il Mediterraneo, ovvero collegamento fra il mondo arabo e l’Europa, all’insegna dello sviluppo comune: promuovere stabilità e integrazione in tutta la regione mediterranea, attraverso forum di discussione su temi strategici regionali, basato sui principi della titolarità condivisa, della condivisione delle decisioni e della responsabilità fra le due sponde del Mediterraneo, aumentando l'integrazione al fine di sostenere lo sviluppo socioeconomico e la stabilità.

Tali iniziative si basano su sei punto principali: Sviluppo di commercio e occupazione; Formazione e ricerca; Affari sociali e civili; Energia e azione per il clima; Trasporti e sviluppo urbano; Acqua, ambiente ed economia sostenibile.
Il partenariato Lega Araba-UpM ha preso avvio dalla Dichiarazione di Barcellona nel 1995, ovvero dalla Conferenza dei Ministri degli Esteri sotto la presidenza spagnola dell'UE, punto di arrivo di diversi approcci da parte dei Paesi europei, nordafricani e mediorientali, per elaborare una politica mediterranea globale e una politica mediterranea rinnovata.
Secondo la Dichiarazione di Barcellona, l'obiettivo è trasformare il bacino del Mediterraneo in un'area di dialogo, scambio e cooperazione che garantisca pace, stabilità e prosperità, su tre punti di partenza: Definizione di uno spazio comune di pace e stabilità attraverso il rafforzamento del dialogo politico e di sicurezza (paniere politico e di sicurezza); Costruzione di una zona di prosperità condivisa attraverso un partenariato economico e finanziario e la graduale istituzione di una zona di libero scambio (Paniere Economico e Finanziario); Riavvicinamento tra i popoli attraverso una partnership sociale, culturale e umana volta a favorire la comprensione tra le culture e gli scambi tra le società civili (Social, Cultural e Human Basket).
L'Unione Europea ha dichiarato che l'intenzione del partenariato è rafforzare le relazioni con i Paesi delle regioni del Mashrak e del Maghreb. Sia Ehud Barak che Yasser Arafat hanno elogiato il coordinamento del processo di Barcellona.
Al momento della creazione, il partenariato euromediterraneo comprendeva 27 paesi membri: 15 dell'Unione europea e 12 Paesi mediterranei (Algeria, Cipro, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Malta, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia e Turchia). A seguito degli allargamenti dell'Unione europea del 2004 e del 2007, il numero degli Stati membri dell'UE è salito a 27 e due dei Paesi partner mediterranei, Cipro e Malta, sono entrati a far parte dell'Unione Europea. Albania e Mauritania hanno aderito al processo di Barcellona nel 2007, portando il numero dei partecipanti a 39.
Il dialogo regionale rappresenta uno degli aspetti più innovativi del partenariato, in quanto copre allo stesso tempo i settori politico, economico e culturale (cooperazione regionale). La cooperazione regionale ha un notevole impatto strategico in quanto affronta problemi comuni a molti partner mediterranei e pone l'accento sulle complementarità nazionali.
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