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Speciale OIC - 51a Sessione di emergenza a Istanbul

Roberto Roggero* - Si è svolta oggi, sabato 21 giugno, a Istanul, la 51a Conferenza della Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC), alla lue degli ultimi sviluppi causati dalla aggressione israeliana contro la Repubblica Islamica dell’Iran e su quanto sta succedendo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.

La Sessione Speciale, intitolata “OIC e il mondo in trasformazione” si è tenuta su richiesta dell'Iran, e ha visto la partecipazione record di tutti i membri dell'Organizzazione, compreso il Consiglio dei Ministri degli Esteri dell'Unione, per un totale di oltre mille partecipanti. Hanno inoltre partecipato una delegazione della Lega Araba, ONU, Cnsiglio di Cooperazione del Golfo,Cooperazione Economica del Mar Nero, D8 (Otto Paesi in via di sviluppo), Organizzazione per la Cooperazione Economica, Organizzazione degli Stati turchi, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e Organizzazione Mondiale del Commercio.

Convocazione della 51a Sessione della Organizzazione per la Cooperzione Islamica (OIC)
Convocazione della 51a Sessione della Organizzazione per la Cooperzione Islamica (OIC)

In serata si è poi tenuta una riunione finale a porte chiuse, mentre gli attacchi israeliani contro Gaza e l'Iran continuano.

Come membro fondatore dell'OIC, la Turchia ha contribuito a numerose iniziative all'interno dell'organizzazione e ha anche ospitato molti dei suoi eventi chiave.

Si prevede che la sessione ospitata dalla Turchia sarà una delle riunioni più partecipate nella storia dell'OCI.

Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha esortato le potenze influenti su Israele a respingere il gioco di Netanyahu e ha invitato alla calma nella regione mediorientale: “È imperativo che le tensioni fra Israele e Iran si allentino prima che portino a ulteriori distruzioni, spargimenti di sangue, vittime civili e terribili disastri”.

Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha poi apertamente accusato il governo sionista israeliano: “Con l'attacco all’Iran, avviato nove giorni fa, Israele sta trascinando il Medio Oriente e il mondo intero verso un disastro totale”.

Sottolineando che il mondo islamico sta attraversando un momento difficile, Erdogan ha affermato che la guerra, il conflitto e l'instabilità stanno gettando un'ombra sulle regioni musulmane. Ha poi aggiunto che il genocidio a Gaza e il conflitto Israele-Iran si stanno purtroppo avvicinando rapidamente a un punto di non ritorno. "Israele si è lamentato dei danni ai suoi ospedali, ma finora ha effettuato più di 700 attacchi contro strutture sanitarie nella sola Gaza. Coloro che trasformano Gaza nel più grande campo di concentramento del mondo e ora parlano di crimini di guerra, non mostrano solo incoerenza, ma anche impudenza e sfacciataggine. Gaza sta subendo da 21 mesi uno degli atti più vergognosi della barbarie moderna", e le persone che fanno la fila per ricevere un pezzo di pane o una ciotola di zuppa sono brutalmente prese di mira dalle forze israeliane, e chi rimane in silenzio di fronte a tali crimini, sono da considerare complici a pieno titolo. Nonostante le tattiche intimidatorie della lobby sionista contro di me e il mio governo, non abbiamo mai vacillato nella nostra posizione e non abbiamo mai esitato a sostenere gli oppressi", ha concluso il presidente Erdogan.

I delegato della OIC in riunione
I delegato della OIC in riunione

Il Ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi ha avvertito che la partecipazione degli Stati Uniti agli attacchi in corso da parte di Israele contro l'Iran sarebbe "molto deplorevole" ed "estremamente pericolosa per tutti". Parlando ai giornalisti a Istanbul accreditati alla 51a Sessione del Consiglio dei Ministri degli Esteri dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC), Araghchi ha dichiarato: "La diplomazia ha funzionato in passato, può funzionare di nuovo. Ma per tornare a farlo, l'aggressione deve cessare". Ha sottolineato la disponibilità dell'Iran a negoziati pacifici, aggiungendo: "Siamo pronti per una soluzione negoziata, proprio come nel 2015".

Il Ministro ha accusato Israele di opporsi agli sforzi diplomatici, affermando: "Israele è chiaramente contrario alla diplomazia". Ha ribadito che la cessazione delle ostilità è un prerequisito per qualsiasi progresso diplomatico.

Le autorità israeliane hanno dichiarato che da allora almeno 25 persone sono state uccise e centinaia sono rimaste ferite negli attacchi missilistici iraniani. Nel frattempo, in Iran, 430 persone sono state uccise e più di 3.500 ferite nell'attacco israeliano, secondo il Ministero della Salute iraniano. Il ministro Araghchi ha anche incontrato privatamente il presidente turco Erdogan, e ha discusso del conflitto in corso tra Israele e Iran a margine della 51a Sessione OIC. I due leader hanno analizzato la escalation del conflitto, nonché le questioni regionali e globali più ampie, secondo una dichiarazione rilasciata dalla Direzione delle Comunicazioni della Turchia il 27 ottobre.

Il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran, Abbas Araghchi
Il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran, Abbas Araghchi

Erdogan ha sottolineato che la Turchia ha assunto una posizione ferma contro gli attacchi israeliani a Gaza, Libano e Siria e mantiene la stessa posizione riguardo agli attacchi contro l'Iran e ha detto che la regione non può sopportare un'altra guerra, chiedendo l'immediata cessazione dell'aggressione israeliana e il ritorno alla diplomazia come via per risolvere le controversie nucleari.

Sottolineando che la Turchia è pronta a fare la sua parte, anche facilitando il dialogo, Erdogan "ha sottolineato la necessità di misure immediate per avviare la diplomazia attraverso colloqui tecnici e di alto livello tra Iran e Stati Uniti, e ha ribadito che la Turchia continuerà a sostenere questo processo".

Philippe Lazzarini, commissario generale dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), ha esortato gli Stati membri dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) a sostenere i rifugiati palestinesi: "Voglio rivolgere un appello all'Organizzazione per la Cooperazione Islamica e ai suoi Stati membri. Vi esorto ad agire, sia politicamente che finanziariamente, per garantire che i rifugiati palestinesi abbiano accesso ai servizi più elementari, e a considerare che nella Strisci adi Gaza e in Cisgiordania, oltre 2 milioni di persone stanno morendo di fame. La vita e il futuro di milioni di persone sono nelle vostre mani", ha affermato. Ha inoltre sottolineato che la situazione finanziaria dell'UNRWA ha raggiunto una fase critica e che, senza finanziamenti aggiuntivi, l'agenzia avrà difficoltà a continuare le sue operazioni nella regione.

La Turchia si è impegnata a sostenere il mondo musulmano e a promuovere la giustizia globale, condannando al contempo l'aggressione regionale di Israele al vertice dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC).

La Turchia, durante il mandato di presidenza dell'OIC, "amplificherà la voce del mondo musulmano, darà priorità all'istituzione della giustizia globale e continuerà a opporsi fermamente all'oppressione. Israele sta attaccando il nostro vicino Iran, spingendo la regione sull'orlo di un disastro su vasta scala. La questione dell'aggressione in corso da parte di Israele non è un problema della Palestina, né del Libano, né della Siria, né dello Yemen, né dell'Iran. È chiaramente un problema di Israele", ha concluso.

Il ministro degli Esteru turco, Hakah Fidan
Il ministro degli Esteru turco, Hakah Fidan

Il presidente turco Erdogan ha poi ripreso la parola, mettendo in guardia il mondo contro un "nuovo ordine Sykes-Picot" in Medio Oriente e ha chiesto una maggiore solidarietà tra le nazioni islamiche per contrastare le azioni israeliane e la destabilizzazione regionale: "Non permetteremo l'istituzione di un nuovo ordine Sykes-Picot nella nostra regione, con confini tracciati col sangue", ha dichiarato Erdogan alla 51a sessione del Consiglio dei Ministri degli Esteri dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OCI) a Istanbul.

Erdogan ha affermato che oltre 55.000 palestinesi, di cui oltre il 65% donne e bambini, sono stati uccisi negli attacchi israeliani e altri 128.000 sono rimasti feriti. Ha espresso le sue condoglianze alle vittime e ha augurato una pronta guarigione ai feriti, affermando che la Turchia condivide profondamente il dolore e la sofferenza del popolo dell’Iran.

Erdogan ha poi espresso fiducia nella resilienza del popolo iraniano nel contesto dell'attuale conflitto: “Non abbiamo dubbi che il popolo iraniano, con la sua solidarietà di fronte alle difficoltà e la sua solida esperienza statale, sperabilmente supererà questi giorni". Ha inoltre espresso le sue condoglianze a nome della Turchia alle vittime degli attentati e degli omicidi israeliani contro cittadini iraniani. Ha condannato fermamente i recenti attacchi di Israele contro l'Iran, sottolineando che il diritto dell'Iran all'autodifesa contro il terrorismo di Stato è legittimo e legale.

Erdogan ha descritto gli attacchi israeliani contro Gaza, Libano, Yemen, Siria e Iran come atti di "banditismo", avvertendo che il governo del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu rappresenta il maggiore ostacolo alla pace nella regione. Ha inoltre esortato i paesi islamici a opporsi fermamente alle azioni di Israele al di fuori di Gaza. "Dobbiamo mostrare maggiore solidarietà per fermare gli atti di banditismo di Israele non solo in Palestina, ma anche in Siria, Libano e Iran", ha aggiunto Erdogan. palestinese.

Il presidente turco Erdogan con la delegazione iraniana
Il presidente turco Erdogan con la delegazione iraniana

Siria

Accogliendo con favore il reinserimento della Siria nell'OCI, ha sottolineato: "La Siria ha bisogno del sostegno di tutti noi, dell'intero mondo islamico, per proteggere la sua integrità territoriale e unità nazionale e raggiungere una stabilità duratura.

Erdogan ha espresso soddisfazione per il ritorno della Siria nell'OCI e per i progressi compiuti verso il suo reinserimento nella comunità internazionale. Ha affermato che la Turchia continuerà ad aumentare il suo sostegno multidimensionale alla Siria per aiutarla a reggersi in piedi da sola.

Erdogan ha aggiunto che la vittoria della Siria, ottenuta dopo anni di sacrifici, apre un nuovo capitolo di speranza per il Paese. Ha affermato che il mondo islamico deve garantire che la Siria riceva tutto il sostegno necessario per preservare la sua integrità territoriale e raggiungere una pace duratura.

Unità del mondo islamico

Erdogan ha inoltre sottolineato che l'attuale periodo di equilibri mutevoli e di fragilità politica richiede che il mondo islamico rimanga unito. Ha affermato che l'OCI deve esprimere chiaramente la sua posizione contro le politiche israeliane che hanno gettato la regione nel caos e ha esortato gli Stati membri a rafforzare la tolleranza e la solidarietà. Ha esortato a porre fine alle divisioni tra il popolo palestinese e ha espresso la speranza in un futuro in cui si raggiunga l'unità nazionale, e ha sottolineato che, indipendentemente dalla setta o dall'etnia, tutti i musulmani condividono lo stesso destino, e devono mettere da parte le differenze per affrontare le sfide comuni.

(*Direttore responsabile Assadakah News)

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