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Lega Araba - Natale, Lumi di Pace tra Oriente e Occidente

  • 3 ore fa
  • Tempo di lettura: 4 min
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Patrizia Boi (Assadakah News) - Parlare del Natale nei paesi della Lega Araba significa immergersi in un mosaico di culture dove il suono delle campane si fonde, spesso in una naturale armonia, con il richiamo del muezzin. In un’area che spazia dal Maghreb al Golfo, il Natale assume sfumature uniche, diventando un momento in cui l'identità cristiana locale e il rispetto musulmano si incontrano sotto il segno di una comune eredità spirituale.


Il Cuore della Tradizione - Levante e Mesopotamia

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In Libano, Siria, Giordania e Palestina, il Natale respira l'aria delle sue origini. In Libano, nazione che è un vero laboratorio di pluralismo, le celebrazioni sono fastose: si piantano semi di ceci, fave e lenticchie su cotone idrofilo circa due settimane prima della festa, per ornare poi il presepe con i germogli freschi, simbolo di rinascita e vita.

In Siria e in Iraq, nonostante le ferite dei conflitti, le comunità cristiane continuano ad accendere i fuochi della vigilia nei cortili delle chiese. Si legge il Vangelo attorno a un falò di rami secchi: se il fuoco arde bene, è segno di un anno di pace e benedizioni. È una liturgia fatta di gesti antichi, dove il profumo della mirra e dell’incenso si spande per le strade delle città vecchie, da Damasco a Baghdad.


Il Messaggio di Betlemme - La Culla del Natale

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Non si può comprendere il Natale arabo senza volgere lo sguardo alla Palestina e a Betlemme. Qui, la Basilica della Natività diventa l'ombelico del mondo. Restiamo colpiti dalla solennità delle processioni che attraversano Piazza della Mangiatoia, dove scout palestinesi sfilano a ritmo di tamburi in una celebrazione che è al contempo religiosa e patriottica. A Betlemme, il Natale è un atto di resilienza: le antiche famiglie cristiane locali, custodi dei Luoghi Santi, aprono le loro case con una ospitalità che sfida ogni barriera. Celebrare qui significa tornare alla "struttura" nuda del sacro, tra la pietra delle grotte e la luce delle lampade a olio che non si spengono mai.


Il Natale Copto in Egitto - Il Tempo del Digiuno

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In Egitto, la terra che accolse la Sacra Famiglia in fuga, il Natale è una faccenda di grande solennità. La Chiesa Copta segue il calendario giuliano, celebrando il 7 gennaio. Il "Grande Digiuno" che precede la festa dura 43 giorni, durante i quali non si consumano prodotti di origine animale.

La notte della vigilia, le cattedrali egiziane traboccano di fedeli in abiti nuovi, mentre la liturgia si protrae fino a mezzanotte. Al termine, il digiuno si rompe con la Fata, un piatto tradizionale a base di pane, riso, aglio e carne bollita. È un momento di gioia collettiva che coinvolge l'intera nazione, con le autorità musulmane che portano i propri auguri ai fratelli copti, riaffermando un legame di sangue e di terra millenario.


Il Maghreb - Fede e Accoglienza tra le Dune

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Spostandoci verso ovest, in Marocco, Algeria e Tunisia, il Natale vive in una dimensione più raccolta ma non meno profonda. Qui, le comunità cristiane sono composte da una mescolanza di residenti storici, espatriati e studenti provenienti dall'Africa subsahariana. In città come Casablanca o Algeri, le cattedrali diventano porti di mare dove l'accoglienza araba abbraccia chiunque cerchi un momento di riflessione. Restiamo colpiti da come la festa si trasformi in un gesto di vicinato: non è raro che vicini musulmani si uniscano per condividere un dolce o per onorare il "Giorno di Issa" (Gesù), figura venerata anche nell'Islam, creando un'atmosfera di pacifica e silente armonia.


La Modernità del Golfo - Luci e Tolleranza

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Spostandoci verso i paesi del Golfo, come gli Emirati Arabi Uniti o il Qatar, il Natale assume un volto cosmopolita. Qui, la presenza di milioni di espatriati ha reso il Natale una festa visibile e festosa. Dubai e Abu Dhabi si illuminano di alberi monumentali e mercatini che nulla hanno da invidiare a quelli europei. Ma oltre lo sfarzo, la vera struttura di questa festa risiede nella libertà di culto concessa nelle "Città della Tolleranza", dove le parrocchie accolgono fedeli di oltre cento nazionalità.


Simboli Condivisi - Il Cibo e l'Accoglienza

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In tutto il mondo arabo, il Natale è sinonimo di una tavola imbandita per l'ospite. Non possono mancare i Maamoul, i celebri biscotti di pasta frolla ripieni di datteri, noci o pistacchi, decorati con cura e spolverati di zucchero a velo. Preparare i Maamoul è un rito sociale che unisce donne di diverse generazioni. Il Natale arabo è anche la festa della "Santa Barbara" (il 4 dicembre in Libano e Siria), una sorta di preludio dove i bambini mangiano il Burbara (grano bollito con melograno), ricordando la santa che si mimetizzò per sfuggire alla persecuzione.


Il Messaggio della Terra Santa

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Celebrare il Natale nei paesi della Lega Araba ci ricorda che questa festa appartiene intimamente a queste terre. Dalle grotte di Betlemme alle chiese sotterranee del Cairo, la luce del Natale sorge in Oriente.

Restiamo colpiti dalla capacità di queste comunità di preservare la propria fede attraverso i secoli, offrendo al mondo una lezione di resistenza e di discernimento: la consapevolezza che, nonostante le differenze dottrinali, il messaggio di pace e di bene per l'uomo è un linguaggio universale che il mondo arabo sa parlare con eleganza e profonda umanità.

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